La notizia sembra avere dell’incredibile, ma è una realtà: le api di città hanno superato, in termini di produzione di miele, le loro cugine che vivono in campagna. Prima di analizzare un po’ più nel dettaglio la questione vediamo di fare una piccola panoramica smentendo alcuni luoghi comuni sulle api.
Alzi la mano chi non ha mai visto su facebook, tiwitter o da qualche altra parte nel web, l’immagine con la faccia di Albert Einstein accompagnato da una sua citazione: Se dovessero estinguersi le api, entro 5 anni si estinguerebbe anche l’uomo. La frase, per quanto abbia un buon impatto e smuova le coscienze, è falsa! Ebbene si, lo straordinario scienziato, nonostante il suo incredibile contribuito donato all’umanità, non ha mai pronunciato queste parole: pare che l’equivoco sia nato nel 1994, dato che questa citazione non viene menzionata in nessun documento prima. In quell’anno la frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall’Unione Nazionale Apicoltori Francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d’importazione. È quindi probabile che sia stata creata ad hoc per avvalorare la protesta. Nonostante la frase sia ben spendibile non ha alcun fondamento scientifico: di sicuro, anche se dovesse accadere una circostanza simile, l’uomo non rischierebbe alcuna estinzione, in quanto diverse piante di cui noi ci nutriamo non vengono impollinate dalle api ma da altre specie di insetti, per non dimenticarci che sono state testate forme di impollinazione artificiale eseguite con mini-droni.
Veniamo dunque alla notizia principale. Nonostante sia luogo comune le api proliferano meglio in campagna piuttosto che alla città, le api hanno mostrato una migliore resa all’interno delle metropoli, ma come può accadere? La risposta è molto semplice: nelle campagne dove è presente una vasta produzione agricola viene fatto un largo uso di pesticidi e proprio quest’ultimi sono responsabili di questo rallentamento della produzione del miele da parte nelle api. I pesticidi uccidono senza discriminazioni e anche se spruzzati in un campo delimitato si diffondono comunque nell’ambiente circostante uccidendo ogni specie e chi possiede arnie in campagna si vede ridotta drasticamente la produzione. Al contrario, in città questo non avviene e quindi le api sono libere di proliferare e produrre miele, naturalmente attraverso arnie ben controllate. La domanda sorge spontanea: ma lo smog non intacca questo procedimento? Per quanto dannoso, lo smog non va intaccare minimamente la parte del fiore da cui l’ape ricava il miele, che in parole semplici non è altro che il nettare privato dell’acqua.
Londra, Berlino e Parigi sono in primissima linea in Europa con produzione a livelli record, nel resto del mondo spicca la grande mela New York. Le arnie vengono posizionate per la maggior parte sulle terrazze dei condomini o degli edifici lavorativi e vengono controllate oltre che da esperti apicoltori anche da semplici appassionati: chiunque può cimentarsi in questa pratica mettendo un arnia sul balcone, usando sempre le dovute precauzioni.
Questa rivoluzione è un vero toccasana per i produttori, che in questo modo hanno trovato un modo per allargare il loro bacino di produzione; ma anche per i consumatori, in quanto potrebbero assaporare miele prodotto direttamente in loco. Certo, per i meno esperti sarà più complicato stabilire l’esatta provenienza del miele, difficilmente in città si può ricavare un miele di girasoli ma si opterà per il classico mille fiori: se siete appassionati di botanica potete fare una cernita delle piante della zona, in modo da capire dove si poseranno le api, perché non si spingeranno molto lontano dall’arnia. Per esempio in una città come Milano probabilmente si otterrà più facilmente miele di tiglio, ma non è da escludere anche quello di pino o anche il poco conosciuto di trifoglio.
In Italia quindi come siamo messi? Come spesso accade siamo un po’ indietro rispetto ad altri paesi europei, ma il gap inizia pian piano ad affievolirsi; in testa abbiamo Torino seguita poi da Milano. Proprio nel capoluogo piemontese sul tetto dell’Università sono state installate diverse arnie, da cui si ricava un ottimo miele, inoltre altre arnie sono state collocate nel giardino botanico, sempre di proprietà dell’ateneo. Anche voi potete provare con questo nuovo hobby ma dove informarmi bene perché, nonostante il settore sia nuovo, ci sono delle severe regolamentazioni; una di queste riguarda, ad esempio, una distanza minima dell’arnia da scuole e asili.
Sicuramente questo può essere un buon modo aiutare le api, trovandogli un nuovo posto negli ambienti urbani. Dato che questi insetti stanno risentendo in maniera particolare dei cambiamenti climatici causati dall’uomo, proprio i nostri centri abitati potrebbero dare una mano alla diffusione di questo insetto, fondamentale per tutto il pianeta. Nel 2007, a causa di un inverno molto mite (in alcuni tratti persino caldo), le api sono andate in tilt perché già in gennaio avevano iniziato l’impollinazione perché alcune piante avevano iniziato a fiore in anticipo, a causa delle alte temperature. In alcune zone del pianeta le api sono a rischio di estinzione e anche se la situazione non è critica come per altre specie non bisogna abbassare la guardia.
Un ultimo consiglio: state attenti alle varie raccolte fondi organizzate per la salvaguardia questi insetti. Greenpeace è da sempre in prima linea ma a volte altre associazioni, spacciandosi per ambientaliste, cercano di lucrare proprio mostrando il problema delle api come tematica principale di sedicenti raccolte. Questo fenomeno è ovviamente molto amplificato sul web, dove qualsiasi notizia appare come vera. Qualcuno aveva scritto, in tempi non sospetti: Una bugia ripetuta molte volte diventa una verità. Questo lo abbiamo già imparato rendendoci conto della profonda differenza che passa fra la vita reale e il modo in cui ce la descrive la televisione, ma anche Internet non è al riparo da questa profonda verità. Anzi, in un universo in cui la duplicazione/diffusione dell’informazione sta alla base stessa del suo funzionamento, il rischio è quello di creare un mondo parallelo, virtuale, che non abbia più nessuna attinenza con quello reale.
Ah dimenticavo… incominciate a fare spazio sul balcone per installare una vostra arnia personale!
Articolo scritto e redatto da Alessandro Sacco | Tutti i diritti sono riservati