La finale che non ti aspetti. Dopo il forfait iniziale di Rafa Nadal, ancora alle prese con i suoi guai fisici, il percorso per la finale del quarto slam stagionale, gli US Open, sembrava spianato per i favoriti Djokovic e Federer.

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Questo leitmotiv è stato confermato fino alle semifinali, per la gioia dei Bookmaker, che quotavano quasi al pari della posta i passaggi di turno del n.1 della Classifica ATP e della leggenda svizzera.

Sul rovente cemento dei campi newyorkesi, le due vere sorprese sono state il giapponese Kei Nishikori e il croato Marin Cilic.

I due talenti sono allenati da due eroi indimenticati in campo tennistico: da una parte l’americano di origine asiatica Micheal Chang e dall’altra l’istrionico Goran Ivanisevic.

Sicuramente i due coach, alla ribalta negli anni ’90, hanno saputo insegnare ai propri pupilli la tenacia che li accomunava.

Nishikori e Cliic, costantemente nel top 15 negli ultimi due anni, non hanno mai avuto acuti nei Tornei del Grande Slam, ma hanno saputo scalare le classifiche con numerosi piazzamenti ed exploit in tornei minori.

La svolta della carriera arriva nei momenti più inaspettati ed una semplice partita può cambiare il destino di un giocatore.

E’ il caso di Kei Nishikori che si ritrova sul campo Artur Ashe in un pomeriggio di inizio settembre a fronteggiare il re incontrastato del tennis contemporaneo, quel Novak Djokovic, talmente sicuro delle sue abilità, che appare sfrontato in ogni suo match.

In palio c’è la finale degli US Open: un trampolino per la stella del Sol Levante, una consacrazione nell’Olimpo degli dei del Tennis per il serbo.

Parte forte il ‘samurai’ ventiquatrenne, che conquista il primo set ma subisce subito la reazione di Djokovic, che fa suo il secondo parziale. In condizioni normali, la partita sarebbe stata una camminata trionfante di Djokovic. Nell’aria c’è qualcosa di diverso, oltre un tasso di umidità dell’88%. C’è il vento del cambiamento che soffia direttamente dal monte Fuji a sospingere il giapponese di origine taiwanese. La corsa, il rovescio a due mani forte e costante ed un palleggio dal fondo perfetto, permettono a Nishikori di schiantare Djokovic col punteggio di 6-1 1-6 7-5 6-3.

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E’ il primo asiatico ad approdare in una finale di uno Slam.

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Dall’altra parte del tabellone, Federer pregustava già la finale del torneo, nonostante avesse davanti una mina vagante come Marin Cilic, capace di esaltarsi sulle superfici veloci grazie al suo servizio (frutto degli insegnamenti del suo maestro Ivanisevic). La partita non ha storia ed il giocatore croato non trova ostacoli nel superare in tre set – 6-3 6-4 6-4 il parziale – un incredulo ed impotente Federer.

Cilic

Una finale tra outsider. La tipica partita in cui si ha tutto da perdere. Una finale di uno Slam non capita spesso, soprattutto contro un giocatore dello stesso livello e non uno dei mostri sacri.

Kei contro Marin, Chang contro Ivanisevic. Due culture a confronto.

Avremo la risposta lunedì 8 settembre, dalle ore 17 italiane. Non perdete l’occasione di assistere a questo spettacolo più unico che raro.

 

Credits: Google Images

Articolo scritto e redatto da Luca Gandini | Tutti i diritti sono riservati

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