La mia destinazione per lo scorso weekend – ormai – non è più un mistero. Sabato, dopo un bel viaggio in treno che mi ha portata dalla Liguria fino al lago di Garda, ho iniziato una due-giorni di evento davvero fuori dal comune. L’invito recava qualcosa tipo: presentazione di un nuovo social network del lavoro. Insolito e curioso, ma nulla rispetto a quello che avrei trovato una volta arrivata al Grand Hotel Fasano
Partiamo dall’idea di base: la disoccupazione in Italia sta raggiugendo livelli davvero preoccupanti, si aggira infatti intorno al 10% e noi, tutti noi, siamo della generazione che non mette da parte nulla, che siamo i bamboccioni d’Europa, quelli che si sposano tardi e figliano ancora dopo. Beh, non è che tutto questo accade perchè siamo dei tardoni mammoni, ma perchè il mondo del lavoro sta cambiando, le regole e le convenzioni si stanno modificando. Abbiamo lasciato inconsapevolmente – ed a malincuore – alle nostre spalle tutto quello che un posto fisso significava
Ogni giorno curiosiamo in rete, nei quotidiani e negli annunci più disparati per un impiego, un lavoro, un’offerta davvero valida che calzi a pennello con ciò che ci piacerebbe fare. Abbiamo voglia di metterci alla prova e di mettere in pratica ciò che abbiamo appreso – con fatica – sui libri di scuola. Ma non sempre questo percorso è semplice ed ecco che il web ci viene in aiuto. Ai tempi di mio papà il cv si inviava via posta, con allegata la lettera di presentazione (se la si aveva). Adesso le mail, i click ed i social network possono essere le nostre nuove carta&penna&francobollo. E così ecco l’idea di due fratelli che si sono messi in discussione loro per primi e dopo aver lanciato sito, pagina facebook ed aver collezionato in pochissimo tempo contatti ed adesioni ci hanno convocato a raccolta
Loro hanno presentato il loro progetto così:
Chi eravamo noi? Blogger, esperti di tecnologie, appassionati e smanettoni del web, ma sopratutto giovani, che hanno cercato e cercano tutt’ora lavoro, usando internet. Persone abituate a fare check-in e hashtaggare eventi ed informazioni. Bastava collegarsi su twitter e seguire #jobberone per essere seduti virtualmente con noi domenica mattina durante una tavola rotonda coinvolgente e propositiva. L’entusiasmo non è mancato nè a loro nè a noi, e dopo qualche ora trascorsa insieme focalizzati sul progetto abbiamo dato vita a spunti ed idee davvero interessanti
Ma facciamo un passo indietro. Gli ingredienti del weekend sono stati una location mozzafiato, il lago con i pontili e la calma anche sotto la pioggia più insistente. Coccolato e viziato per due giorni, il team dei social-addicted è stato subito coinvolto ed incuriosito da Jobberone, che si presenta come una realtà totalmente Made in Italy, nato dall’idea di due fratelli imprenditori che hanno deciso di fare del duo offerta&domanda di lavoro un vero e proprio business
Il concetto è semplice: attraverso il sito si mettono in contatto le due sfere di domanda ed offerta. E fin qui nulla di speciale. Chi ha lavoro da proporre scrive le offerte e chi cerca un lavoro, un secondo lavoro, un impiego part-time o semplicemente un servizio (prima novità) si candida. La durata degli annunci è di soli 7 giorni, per evitare che ci si incappi in annunci vecchi ed obsoleti. La piattaforma viene condivisa non solo attraverso il sito ma tramite le app di ultima generazione per gli smartphone (disponibili a brevissimo), di cui ormai non possiamo più fare a meno. Ulteriore novità: un blog collegato a Jobberone, dove lasciare i feedback, scambiarsi opinioni, trovare consigli per scrivere curriculum vitae e tanto altro ancora
La formula sembra vincente e noi siamo stati subito coinvolti nel progetto. Di idee ne sono uscite molte, tanto che Olliver – una delle menti che sta dietro al sito – soddisfatto ha annunciato che avranno lavoro per i prossimi 2 anni per implementare tutto quello che abbiamo proposto. La cosa che mi ha colpito di più? Il fatto che Jobberone non vuole essere solo un portale di annunci come lo abbiamo sempre inteso fino ad ora, ma basa il suo scopo sulla condivisione e sul fatto che non esistono solo le ricerche di lavoro “per la vita” ma anche quelle per i piccoli servizi di ogni giorno, tipo: vuoi una tata? ti si è rotto un tubo in bagno? Quei piccoli grandi problemi che possono capitare e per i quali vorremmo una dritta a volte e cosa c’è di meglio di un passaparola che diventa virtuale e globale?
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