Stella Jean aprendo il primo giorno di sfilate, a Milano. La donna che indossa la nuova collezione autunno inverno 2015 2016 sceglie l’Himalaya indiano, un luogo dove le impostazioni culturali cedono spesso il passo all’esposizione e al suo ordinamento. La disobbedienza diventa stilistica e questo diventa il principio motore di look in cui la donna fa propri, interpreta ed usurpa i momenti della quotidianità maschile.
Qui, i capi e gli elementi dalla genesi individuale acquisiscono un senso solo nel momento della combinazione. Styling come elemento chiave nella narrazione, capace di organizzare i capi, equiparabili a singole parole, in frasi, trasformando la collezione in un vero e proprio racconto. Nell’intento di valorizzare la ricchezza, le competenze La maestria delle produzioni culturali e artigianali dei singoli popoli, prosegue la collaborazione con il programma di moda etica Ethical Fashion Initiative di ITC (agenzia dell’ONU e dell’OMC) che ha favorito l’introduzione dei tessuti fatti a telaio a mano dalle donne nei villaggi del Burkina Faso e del mali e dei gioielli realizzati da artigiani haitiani. Stella Jean, infatti, è una stilista di origini italo-haitiane e ha deciso di portare le sue origini anche in passerella. Bracciali in ferro battuto dipinti a mano sono da portare non al polso ma sul braccio, sopra il cappotto stesso. A sigillo la donna si incorona maragià con un turbante in lana impreziosito da eccellenti ricami e bijoux raffinati, gli elementi della tradizione Moghul.
La collezione autunno inverno 2015 2016 è così firmata dallo yak himalayano, fulcro polivalente e risorsa vitale dell’intera comunità che qui, si trasforma in simbolo pop con i suoi decori sgargianti e chiassosi riportati trasversalmente dai capispalla ai calzini a coste di lana. La donna pensata quindi da Stella Jean è sovrastata da un’invasione di campo di generi, in cui forme estremamente femminili sposano e si sovrappongono ad altre prepotentemente maschili, tralasciando il garbo di adeguarsi ad una silhouettes più gentile.
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