Haiti e tutto il bagaglio emotivo del ritorno a casa sono le ispirazioni della collezione Beachwear 2015 di Stella Jean, stilista italo-haitiana.
Un viaggio verso le origini che sprigiona tutta l’energia dei Caraibi. Stella Jean che è nata e lavora a Roma, ricorre a tutta la creatività dell’arte naїf, che approccia alla vita con un’osservazione semplice e spontanea, restituendoci una natura indomita e l’incantevole architettura vittoriana.
Tutta la collezione propone una silhouette ridisegnata con costumi dall’allure rétro eppure attualissimi grazie alle sofisticate contaminazioni che collegano Haiti all’Europa: costumi interi, bikini e capi d’abbigliamento che esprimono il sincretismo che pervade la cultura caraibica, dove sacro e profano convivono nella quotidianità multicolore.
Articolo scritto e redatto da Nunzia Arillo | Tutti i diritti sono riservati
Le radici materne provenienti da Haiti si mescolano al gusto occidentale, rendendo lo stile di Stella Jean unico nella creazione di linee dalla femminilità conscia eppure mai ostentata.
L’alta sartorialità artigianale italiana amplifica il percorso personale multiculturale della stilista, rappresentando la sintesi e il superamento di culture antipodali.
I tessuti stampati ricorrono agli elementi ricorrenti dell’iconografia più classica: le mercanti, dal portamento fiero e ornate da foulard, i tradizionali Tap-Tap dipinti ad arte dai pittori locali, gli asini primordiale mezzo di trasporto e di lavoro e le canne da zucchero.
Su tutti spiccano gli accessori ispirati all’arte naïf e realizzati ad Haiti: i frutti di cartapesta prodotti a Jacmel con mix di sacchi di cemento riciclati e amidi di origine vegetale, l’osso di bue prodotto a Port-au-Prince da artigiani specializzati nella lavorazione di corna e ossa, gli accessori in ferro battuto (fer forgé) realizzati in atelier localizzati in Croix-des-Bouquets.
Creazioni nate dalla collaborazione di Stella Jean con Ethical Fashion Initiative progetto dell’agenzia dell’ONU International Trade Center (ITC), che favorisce l’introduzione dei tessuti in canvas realizzati dalle donne del Burkina Faso, oltre che dei gioielli creati da artigiani haitiani.
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