Per ogni donna è un momento diverso.

C’è chi lo è da sempre, da quando inizia a sognare di diventare mamma di bambini che sono il risultato di un mix perfetto fra le caratteristiche di entrambi i genitori. C’è chi non lo diventa mai: per volontà propria o di altro/altri. Ed in mezzo ci sono quelle miriadi di casi e possibilità che ti rendono mamma in momenti diversi.
Quando sono diventata mamma io?

Tecnicamente non sono una mamma (ancora). Ho iniziato la 17ima settimana di gravidanza e sono a una sorta di metà percorso, se così lo possiamo chiamare, ma sono diventata mamma due volte.

La prima quando avevo il test di gravidanza in mano, la seconda alla prima ecografia.

 

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Il test è una botta di adrenalina. Non che fossi stupita dal suo risultato perché devo ammettere che il mio corpo non mancava di mandarmi messaggi più o meno chiari e decisi. Il primo era la completa assenza di dolori e sbalzi di umore da tenere a bada pre mestruo. Avete presente la sensazione dei giorni precedenti? Quelli in cui ci si sente tese e iper sensibili senza motivo? Ecco quelli. Completamente non rilevati. Ero in una bolla di serenità con felicità connessa inspiegabile. Il mio ciclo aveva un ritardo irrisorio, mezza giornata forse o un giorno al massimo, non ricordo più. E già sentivo che non era lo stress lavorativo ma qualcosa di altro che ne causava il mancato arrivo. Ma il momento in cui il click avvenne davvero nella mia mente fu un aperitivo davanti a un prosecco che ho sempre sorseggiato con piacere che si è trasformato di un tratto in un momento di nausea assurda ed inspiegabile. Era come se il corpo avesse deciso di improvviso di rifiutare un piccolo piacere e di farmelo comprendere in maniera talmente netta da sembrare una imposizione assoluta.

Sulla strada verso casa comprammo un test di gravidanza e due pizze da asporto ed arrivati a casa scoprimmo che la nostra vita era già cambiata e diventai mamma per la prima volta.

Passarono parecchi giorni prima di entrare nel mondo delle ecografie per un problema/non problema che rallentò il tutto facendoci passare un paio di settimane in bilico fra la tristezza e la speranza. Poi arrivò l’esito, la serenità e finalmente la prima ecografia in Mangiagalli. Non dimenticherò mai l’attesa lunghissima, il corridoio che non finiva più, il viso della dottoressa e la sala dove attendevo la notizia più brutta che una donna incinta può attendere. Poi fu la luce, la felicità e il “facciamo la prima ecografia?”. Annuimmo all’unisono ancora intontiti dalla conversazione appena terminata. Mi disposi sul lettino e la dottoressa iniziò. Avevo la mano del mio compagno vicino alle mie dita e sullo schermo apparse qualcosa, nel buio. Qualcosa di vivo, che si muoveva. E le luci erano due, distinte e fluttuanti.
Sono due feti, due cuori che battono. Due vite.

E lì mi sentii mamma per la seconda volta.

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