C’é un’immagine che più di ogni altra può raccontarvi l’Attica che ho scoperto di recente. É un asino bianco, bellissimo, unico mezzo di trasporto autorizzato nell’isola di Hydra e mio compagno di viaggio durante l’esplorazione di questo piccolo paradiso. Si chiama Amazon.
Sì, come l’enorme colosso del web. Mi piace spogliare quel nome del suo significato antico e immergerlo in quello moderno; e sorrido un attimo nel pensare all’asinello Amazon, perchè rappresenta una metafora perfetta dell’Attica contemporanea, terra all’avanguardia ma ancorata ad un passato prezioso. Attenta, oggi più che mai, al rinnovamento e alla modernitá. L’Attica, patria della civiltá occidentale, della filosofia antica e dei saperi più nobili é quel gigante sulle cui spalle poggia oggi il popolo greco desideroso di guardare avanti. Molto lontano. Con orgoglio e una certa voglia di riscatto da un passato recente che l’ha visto assonnato. Atene oggi non dorme mai e lo si respira nell’aria. Talvolta é arrabbiata e riempie le piazze ansiosa di un cambiamento veloce, ma più spesso trabocca di vita col sorriso e con un fermento contagioso. C’é un intero progetto architettonico (rethink Athens) che in tre anni la renderá ricca di spazi verdi, con una rete stradale rinnovata e una viabilità migliore, trasporti pubblici potenziati, quartieri ripensati a misura d’uomo e nuovi spazi urbani impensabili solo qualche anno fa. C’é un Atene che celebra l’arte moderna e a cui dedica un museo immenso che tra qualche mese aprirá i battenti. Ho visto gli spazi del National Museum of Contemporary Art a cantiere quasi ultimato: lasciano a bocca aperta. In questo clima di sorprendente rinascita, ospite dell’ente del turismo della regione Attica – e in ottima compagnia di giornalisti francesi, tedeschi, inglesi, e del mitico Emilio Radice di Repubblica – ho trascorso tre bellissime giornate. Sono approdata ad Atene a tarda sera di un venerdì di fine marzo, accolta da vera Principesa nel cuore di Atene: piazza Costitution, con una vista mozzafiato sull’Acropoli più luminosa della luna, e la musica classica che l’incantevole Hotel Grand Bretagne riserva agli ospiti nelle sue stanze. Un bagno caldo e una notte ristoratrice per iniziare il press trip in ottima forma. Prima tappa al museo dell’Acropoli, che sorge sulle antiche rovine dell’area ad essa adiacente e che custodisce l’infinitá dei tesori rinvenuti in quella zona. Un patrimonio ricchissimo, incantevole, ancor più bello immaginandolo nel contesto originario ammirato poco dopo. Prima, però, sosta golosa in una bakery dove vi suggerisco una fermata se passate in zona. Si chianma Takis Bakery ed è proprio nel cuore di Atene.Impossibile descrivervi quelle delizie dolci e salate… E quel profumo…
Avevo giá visto l’Acropoli ma ne sono stata ancora una volta incantata. É così facile immaginarla popolata di filosofi che del “bello e buono” discorrevano…. Dell’equilibrio, dell’armonia, dell’Amore… C’é poesia che vibra in quei posti, si sente forte anche oggi. Abbiamo proseguito nel cuore popolare di Atene, la folcloristica Plaka ricca di botteghe e qui ho scoperto un sacco di curiositá, ad esempio l’usanza di decorare con candele colorate le case pasquali. Ho visto infiniti prodotti a base di olio di oliva e tanto cuoio nei negozietti. E ho avuto il piacere di incontrare anche il re dei sandali alla greca conosciuto come il Poeta. Da generazioni nella sua bottega – Melissinos Art Studio – passano Vip di ogni nazione, incantati da una sconfinata produzione di sandali e dalle poesie che reserono noto il padre dell’attuale proprietario. La Plaka è vita che trabocca, colore e profumi che a Primavera sono un vero un inno alla gioia. Pausa pranzo (ore 16:00) in una taverna eccezionale e poi rientro in albergo. Se cercate un posto per cenare difficile dirvi il migliore ma non tralasciate questi due ristoranti: il New Hotel’s – che oltre a una bio cucina ottima vi incanterà per le decorazioni in legno, a dir poco originali, ricavate da vecchi pezzi di armadi, cassettiere ed altri mobili – e il Tudor Hall Restaurant presso il King George Hotel, il cui munù mi resterà nel cuore.
Il giorno successivo di nuovo un tuffo nel passato più glorioso con una mattinata trascorsa presso il ricchissimo Museo Nazionale Archeologico e poi via verso il mare, alla scoperta di un resort incantevole, l’Astir Palace Vouliagmeni Hotel e del suo ristorante eccellente (Arion). Della Grecia non si può dimenticare la feta, lo tzatziki e lo yogurth in quantità industriale ma io ricorderò ancora di più i pomodori che in Italia trovo così saporiti solo in meridione nei mesi estivi.
Non lontano dall’Astir Palace c’è una tappa che vi suggerisco, il Vouliagmeni lake. Un posticono originale, con un’ atmosfera rilassante perfetta per un caffè e suggestiva per il mix lago-mare-montagna che riesce ad offrire. Potreste trattenervi per un break e aspetatre che giunga sera per poi spostarvi a Sounion e qui, presso il tempio di Poseidone, godervi uno dei tramonti più belli al mondo. Il cielo si colora di rosa in una cornice che non a caso ha ispirato più di un poeta. Noi ne abbiamo approfittato per brindare all’aria aperta: bollicine, formaggio e un sacco di risate che neanche il vento fortissimo riusciva a fermare.
Il tezo giorno di tour è cominciato prestissimo: ci aspettava una gita fuori porta a dir poco meravigliosa. Colazione a bordo di uno yacht con paste greche (tripudio di sesamo e mandorle), succo d’arancia e yogurth (of course!) e poi partenza in direzione Hydra. Ho riservato a questo fazzoletto di terra il maggior numero di foto di questo post ma ne avrebbe meritate almeno il doppio. Si cita spesso Santorini, Myconos e poco questo posto incantato dove non si edifica più da anni e l’unico mezzo di trasporto autorizzato,come vi accennavo, è proprio l’asino. Hydra è una signora d’altri tempi, elegante più che mai, ma è anche una nobile guerriera che ha avuto un ruolo importante nella rivoluzione greca del 1821. Non a caso c’è un piccolo Museo –Hydra Museum Historical Archives – che ne custodisce il glorioso passato. Ma Hydra è davvero una fonte sconfinata di meraviglie e ho degli scorci blu tra i ricordi più belli del mio soggiorno. Tra le mille note di azzurro anche quello di una scatola di dolci che mi è stata regalata presso La Patisserie Tsagkari, che dal 1930 custodisce il segreto di una ricetta paradisiaca. Si tratta di dolcetti alle mandorle tra i più profumati che io abbia mai assaggiato.
Ho lasciato Hydra con un nodo alla gola perchè lì davvero sarei rimasta una settimana… Tra le sue colline, i limoni in ogni angolo, gli anziani seduti a guardare i bambini giocare con la palla e il profumo di biscotti ovunque. Ad aspettarmi però c’era un altro paradiso, Spetses Island. Altra guerriera insostituibile nella Rivoluzione Greca e più tardi culla culturale importante grazie agli interventi del benefattore Sotirios Anargyros. Guardando il mare abbiamo pranzato presso il ristorante Exedra (ancora ricordo la bontà dei calamari fritti….) mentre per il caffè abbiamo raggiunto il Poseidonion Grand Hotel a bordo di un calesse. È un albergo decisamente caratteristico perchè esula dall’architettura del posto ricordando parecchio la Costa Azzura e il Negresco di Nizza a cui si ispira.
Ero stanca quella domenica, non siamo rientarti in Hotel in un attimo perchè la navigazione è stata lunga, ma vi suggerisco di cuore una gita a Hydra e Spetses. È importante per comprendere la natura molteplice, sfaccettata, piacevolmente contraddittoria di un’ Attica incantevole. In pochi altri posti troverete un mix così vincente di storia e modernità, mare turchino e cibo delizioso, persone ospitalili e clima perfetto.
Ringrazio di cuore l’ente del turismo attico per avermi coinvolto in questa splendida esperieza e il team Mc Cann Worldgroup per la perfetta organizzazione.
Articolo scritto e redatto da Mara Stragapede | Tutti i diritti sono riservati