Ogni fase di età è caratterizzata da ruoli, mansioni e compiti differenti. Quando siamo bambini impariamo, da adolescenti sperimentiamo, da adulti agiamo. E da anziani? Svolgiamo due delle attività più importanti per la società e la famiglia: custodiamo ed insegniamo.
Custodiamo i segreti, le tradizioni, i modi di dire e fare, la conoscenza. E la insegniamo. Passiamo in questo modo in una fase finale della nostra vita di importanza enorme per noi stessi e per il nucleo familiare di cui siamo parte. Assumiamo un ruolo di rilievo e, oggi, lo facciamo con una consapevolezza maggiore rispetto a chi ci ha preceduto perché la modernità di internet e delle nuove tecnologie ci permette una vita più lunga e sana, informata e completa.
Ma quando diveniamo ultra-60enni quale diventa il nostro focus? La salute in primis – perché non la diamo più per scontata come in giovinezza, perché inizia a vacillare a causa degli anni che ci portiamo sulle spalle, perché la nostra quotidianità diventa un susseguirsi di giorni durante i quali l’ascolto del nostro corpo e del nostro benessere diventa cruciale – seguita dalle relazioni e dall’indipendenza. Vogliamo essere parte di una famiglia ma non essere un peso per quest’ultima, anzi vogliamo essere di supporto ed aiuto, come e più di prima.
Gli anziani di oggi vengono visti e si sentono senz’altro più attivi, dinamici e indipendenti: dei supereroi over-60. Ma a questa percezione manca la consapevolezza di essere soggetti a rischio: la salute e la prevenzione sono fondamentali, ma ancora resistono delle false credenze e dei falsi miti su come fare prevenzione in modo efficace. Ad esempio, riguardo a una malattia come la polmonite, anche se 3 persone su 4 ritengono che si possa prevenire, più dell’80% pensa che la chiave sia genericamente mantenersi in buona salute, o lavarsi le mani.
Una recente ricerca condotta da AstraRicerche per conto di Pfizer evidenzia come i nuovi anziani sono considerati più in forma rispetto ai loro omologhi di trent’anni fa (83%), soggetti attivi, spesso dinamici ed in forze (76%). Trasversalmente in tutte le fasce d’età mantenere un buono stato di salute è importante o fondamentale (99,3%), seguono l’essere inseriti in un contesto sociale e avere solidi legami con familiari e amici (97,6%) e l’indipendenza, per provvedere autonomamente ad ogni esigenza (97,3%), dato confermato dal fatto che in media solo il 29% degli intervistati ritiene fondamentale convivere o vivere molto vicini ai propri familiari, percentuale che aumenta all’aumentare dell’età (per i 70-85enni 37%).
La prevenzione ricopre un ruolo fondamentale per invecchiare in salute tuttavia, se prendiamo in considerazione una patologia grave come la polmonite – che causa ogni anno oltre 9000 decessi solo in Italia, per il 96% delle persone over-65enni – dalla ricerca emerge che sono proprio gli anziani ad esserne meno consapevoli. Se in media il 75% del campione ritiene che la polmonite si possa prevenire, ne sono convinti solo il 66,5% degli 60-85enni.
Una volta divenuti anziani, possiamo così passare i nostri talenti con maggiore energia alle generazioni più giovani che vedono in noi valori e ideali positivi che si stanno perdendo ma, per farlo, dobbiamo porre un focus specifico sulla prevenzione e sulla nostra salute a 360 gradi.