Perrone è una delle firme più raffinate del panorama letterario italiano. Con il suo libro, La cucina degli amori impossibili, crea dense e intense pagine che descrivono l’emozione di un piatto attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi. Gusto e sapore in una continua ricerca dei dettagli, con un linguaggio sensuale, emozionante, delizioso e leggero. Non è un segreto che Roberto Perrone sia un amante della buona tavola. Affermato giornalista e scrittore, egli stesso ammette di possedere una passione devastante per il cibo.
Le storie d’amore nascono soprattutto con un invito a cena e cucinando. Ma cosa può accadere se i protagonisti, i nuovi Montecchi e Capuleti, vengono da due famiglie di ristoratori liguri, da sempre in lotta tra di loro, i Cavasso e i Maggiorasca?
“Io cuoco? Piuttosto monaco tibetano”. Sono le prime parole di Augusto Cavasso, il protagonista de La cucina degli amori impossibili. Augusto, intollerante al padre Cesare, geniale cuoco, ma uomo dal carattere eccentrico e autoritario, incontra Rossella, figlia di Beppe Maggiorasca, eterno secondo cuoco del borgo delle Cinque Terre. Non sono a conoscenza della rivalità dei genitori e del loro odio.
Con un’ardente passione, Perrone delinea la piena realizzazione della sublimazione di un piatto attraverso l’esaltazione del cibo e dell’amore.
Una vicenda sempre profumata, quella di Rossella e Augusto, che scorre con la grazia di una favola leggera, tra amore e risentimenti umani, alta cucina e sottile e vibrante ironia, ricette famose da scoprire: gli spaghetti con tartara di alici, bottarga di tonno e succo di carota di Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa, il Vesuvio di Rigatoni di Iaccarino o la Zuppa di Aragosta di Pino Cuttaia.
Perché lo consiglio? Perché è un libro che scalda il cuore.
Credits: Google|Tutti i diritti sono riservati
Articolo scritto e redatto da Daniela Rigoni| Tutti i diritti sono riservati