Mi chiedono a volte quale sia la cosa che amo di più della mia vita. Non ho dubbi: viaggiare. L’emozione di una nuova meta, di un altro punto del mondo da conoscere, vedere con i miei occhi ed imprimere, quasi a fuoco, nel mio cuore. Ci sono viaggi che mi hanno arricchita culturalmente, altri mi hanno sedotta con il cibo e gli odori, altri ancora mi hanno ammaliata con i colori che mi hanno calato dinanzi gli occhi. Ma tutti, indistintamente mi hanno insegnato qualcosa, mi hanno tatuato il cuore di emozione. Mi hanno permesso di rendermi conto della bellezza di questo mondo, della sua varietà come un valore aggiunto. Del colore della pelle, della forma degli occhi, delle usanze e dei modi di dire. Delle parole e dei gesti, del muovere le mani e scegliere i vestiti.
E’ la varietà che ci rende unici, è il luogo che fa da contorno che ci fregia di tratti distintivi che non avremmo mai posseduto se cresciuti in altra localizzazione geografica. Montagne e mare, tempesta e vento, suoni della città in lontananza, cielo sopra di noi, passione dentro di noi. Ma la voglia di scoprire cosa si cela oltre la soglia della nostra certezza è il carburante che muove noi stessi ed il mondo attorno. Perchè i viaggi sono fatti così: partire, viaggiare e tornare. Tornare cambiati, migliorati, frullati, felici, arricchiti di quel quid che niente e nessun altro riuscirà a donarci.
E sì, quando mi chiedono cosa vorrei nella mia vita, la risposta è sempre la stessa: vedere il mondo nella sua interezza, scoprendolo in ogni suo angolo.
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