Siamo a pochi giorni dalla notte degli oscar, l’anno scorso trionfò Birdaman di Alejandro González Iñárritu. Su questo film si è scritto e detto di tutto, ma forse possiamo ancora ricavare qualcosa. Certo come ogni film di successo la critica si divide, per molti è un capolavoro (ne hanno ben donde), per altri invece è troppo sopravvalutato. Sicuramente non si poteva scegliere un attore migliore, Michael Keaton, la pellicola sembra fatta su misura per lui, ex-supereroe degno di aver riportato sul grande schermo Batman nei primi anni novanta.

Ma in quale modo Birdman può rappresentare un po’ tutti noi?

Partiamo dalla location, il teatro, in cui si svolge gran parte del film; anzi per essere precisi il dietro le quinte con i suoi camerini, sale trucco, sartorie etc…Ecco questo può rappresentare il nostro cervello. Fatto di scalinate strette tortuose, più o meno buie, a volte si scende altre volte si sale, certe stanze le conosciamo benissimo in altre invece non sappiamo nemmeno come entrare. In questi, infiniti e intrigati corridoi sviluppiamo i nostri pensieri, aspettative e idee, delle volte siamo soli altre volte in compagnia. Possiamo parlare (o meglio pensare) tranquillamente o in maniera scomposta; proprio come accade al protagonista del film. Proprio lui, Riggan Thomson, supereroe con il costume appeso al chiodo in cerca di se stesso dopo aver mostrato al mondo quello che non era. Esatto noi possiamo essere lui, perché chiunque in un modo nell’altro ha sognato di possedere superpoteri: volare, telecinesi e super-forza. Riggan li possiede tutti e nel suo camerino, che può rappresentare l’angolo più intimo del nostro cervello lui si confronta con Birdman, una sorta di maestro intransigente che critica ogni cosa che facciamo. Ma non possiamo sempre rimanere chiusi in quell’angolino, quindi dobbiamo uscire da quel camerino ed ecco che dobbiamo affrontare noi stessi, in quel dietro alle quinte, che rappresenta tutta la nostra essenza.

A questo punto ecco sbucare, come in ogni fumetto, l’angioletto e il diavoletto o se meglio preferite lo yin e yang (il bianco e il nero); che nel film sono rappresentati da Jake (Zach Galifianakis) e Mike (Edward Norton). Jake è l’angioletto, il nostro migliore amico, la parte razionale, lui ci dice sempre come dobbiamo fare le cose e nel modo migliore possibile, ci assiste, consiglia ed è fin troppo razionale delle volte; ma è sempre pronto a togliere le castagne dal fuoco, proprio come accade nel film.Poi c’è Jake, il diavoletto, lui non ha regole e non segue nessuna morale, fa su e giù per il cervello, può andare nello scantinato senza mutande per farsi prendere le misure dal costumista, o salire in alto (attraverso ripide e buie scalinate) fino a giungere sul terrazzo per combinarle di ogni. Infatti, Mike nel film sul quel terrazzo in compagnia della figlia di Riggan vive diversi confronti.

Che ci piaccia o no, dobbiamo saper convivere con questi personaggi, e alcune volte possiamo anche andare (platonicamente) alle mani con la nostra parte cattiva. La cosa importante, in questi casi, è saper rialzarsi.

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Dopo tutto questo salire e scendere, nel labirinto della nostra testa, dobbiamo pur andare in scena, o no? Quindi sbuca il palcoscenico, dove davanti al resto del mondo ci mostriamo ed esibiamo agli altri. Loro non sapranno mai cosa abbiamo dovuto affrontare dietro le quinte del palcoscenico, non saranno mai interessati alle lezioni di Birdman, ai buoni consigli di Jake e ai pugni che ci ha rifilato Mike. Dobbiamo essere ben truccati e fare una buona impressione, il resto quasi non conta; anche se delle volte corriamo nudi in mezzo ad una strada piena di gente.

Ovviamente in mezzo alla platea c’è chi è pronto a criticare, indipendentemente dal lavoro che abbiamo svolto. Questo personaggio è Tabitha (Lindsay Duncan) pronta ad affondare e affossare Riggan, per il semplice fatto di essere Riggan. Non importa se fa un buon lavoro, lei punta esclusivamente a rovinarlo. La cosa importante, proprio come fa il protagonista nel film, è andare avanti per la sua strada senza dar peso. Non bisogna mai farsi condizionare dal giudizio, di chi ha come obiettivo il nostro fallimento

Ci saranno delle mattine in cui ci risveglieremo su una scalinata umida, con un sacco dell’immondizia come cuscino, altre mattine invece voleremo in cielo sopra tutti gli altri. Questo è Birdman, questi siamo noi, ne più ne meno. Però dobbiamo ricordarci che i superpoteri non possiamo proprio averli, barare non è consentito!

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Articolo scritto e redatto da ALESSANDRO SACCO | Tutti i diritti sono riservati

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