A pranzo, non ho resistito ed ho celebrato il ritorno del sole uscendo a correre. Il percorso non è facile e pianeggiante, ma al contrario è un costante alternarsi di salite piuttosto scoscese e falsi piani che faticano  a regalare un po’ di sollievo al fiato. Un vero e proprio percorso tecnico per rafforzare i muscoli e la resistenza cardiaca. Mentre correvo, la frase: “Se ti fermi sei perduto.” si è impossessata della mia mente e come un mantra ha guidato i miei passi fino alla fine.

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Da settimane, ormai, mi stavo chiedendo dove si fosse inceppata la macchina macina chilometri e se fosse solo colpa del lavoro il fatto che non riuscissi a dare continuità. No, è solo che se ti fermi sei perduto. Punto. Se rompi l’incantesimo che fa inanellare tranquillamente gli allenamenti ed i giorni di riposo, se perdi il ritmo, rientrare a regime è un puro esercizio di forza di volontà. La passione, in certi casi, può non bastare. Come quando si va in vacanza e si assumono nuove abitudini, al rientro, per quanto si possa amare il proprio lavoro, riadattare la quotidianità  richiede tempo, fatica e qualche sforzo extra, allo stesso modo, la corsa non si astiene da un atteggiamento simile.

L’irregolarità non s’addice al runner. La programmazione rapsodica, l’abitudine a procrastinare non sono proprietà riconosciute nello statuto delle società di atletica leggera, ne tanto meno possono essere fonte di vanto per podisti esperti o alle prime armi. Il runner sceglie di adottare una filosofia di vita. Il runner non ha alternative, quando scatta l’ora X deve procedere con l’allenamento, non solo perché il programma glielo impone, ma perché lui crede nella tabella e nel suo incedere incessante verso il traguardo. Non esiste un obiettivo prefissato? Una gara qualsiasi? Fa niente, il runner sa che il vero obiettivo può essere anche solo assolvere i suoi compiti.

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Alienante? Estremo? Se si prova  a vivere nella disciplina della corsa per una gara importante, un periodo di incostanza lascia una sensazione di incompletezza, di spaesamento. Non importa dove porta il viaggio, l’importante è muoversi, scegliere costantemente di farlo. Si può modulare l’intensità ma non la frequenza ed il ritmo. Se ti fermi sei perduto.

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Articolo scritto e redatto da FRANCESCA TOGNONI | Tutti i diritti sono riservati

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