Quando sei stato un Assassino di Corte, sarai sempre un Assassino di Corte.
Puoi provarci, certo, puoi diventare Tom lo Striato, affabile messere di campagna, e vivere lontano da Borgo Castelcervo e da un passato ingombrante; lontano dalla Corte di quei Lungavista che ti hanno chiamato Fitz (bastardo) e che ti hanno usato per anni come pedina sacrificabile in guerre esterne e intrighi politici; puoi sperare di passare i tuoi ultimi anni con una moglie amatissima a guardare i vostri figli che si fanno strada nel mondo con le proprie forze.
Ci puoi provare, davvero. E ogni tanto, quando ti prende una certa malinconia pensando ad amici che non ci sono più, alimentare il ricordo di un lupo e un giullare, compagni di vita e di avventure.
Il fatto è che a volte questa facciata di normalità mostra le crepe, e non puoi fare finta di niente per sempre. Quando sei a tutti gli effetti un Lungavista e possiedi l’Arte e lo Spirito, il passato può tornare a presentare il conto, e il conto va saldato a costo di tornare a indossare panni che pensavi di avere smesso e riposto in un angolo del cuore, sotto chiave.
Il tuo antico Maestro ti chiama, e tua figlia ha bisogno di te, il tuo Re ha bisogno di te; come se non bastasse una sera di festa, la Festa d’Inverno, la tua casa viene profanata da un’aggressione che lascia tracce di sangue e un riferimento a ricordi e persone che pensavi perdute…
Il passato di un Assassino è violento, e quale il futuro?
Robin Hobb infonde di nuovo vita al suo personaggio più famoso, FitzChevalier Lungavista, bastardo e Assassino di Corte, nel primo capitolo di una nuova trilogia dedicata a Fitz e al Matto; nuove situazioni che forzano il protagonista a diventare un’altra volta ciò che è in realtà, o meglio ciò che è stato fatto diventare da quando, bambino di sei anni, venne rivelato al mondo come figlio illegittimo dell’allora re-in-attesa Chevalier e cresciuto come spia e letale assassino al servizio della Corona; un ritorno che lascia molto spazio all’introspezione e meno all’azione, scelta necessaria per riannodare i fili del passato e presentarci il “nuovo” Fitz, ora signorotto di campagna che vive a Giuncheto con la moglie Molly, la sua nuova vita e il suo rapporto con un passato ingombrante; un ritorno atteso, che intriga, appassiona, riesce a toccare le corde delle emozioni e segna il solco per quelli che saranno i prossimi due capitoli.
E’ il destino che chiama, e che viene a cercarti. Sa chi sei anche se indossi altri panni. Sa che il tuo ricordo più prezioso è una pietra scolpita che raffigura un uomo, un lupo e un giullare. Non puoi più nasconderti.
Sii ciò che sei.
Articolo scritto e redatto da Lorenzo Volpi | Tutti i diritti sono riservati