La mia Africa. Che chi non l’ha letto – o visto- commette sacrilegio ogni secondo, è in assoluto uno di quei film che, ai tempi, mi aveva più affascinata. L’atmosfera, il sottile melodramma, non lo so. Ma l’Africa, da prima e da li in poi ancora di più, mi strega. Quello di cui parlo non sono solo i pattern, le fantasie, ma anche i colori, i tagli. Assolutamente addict, ma non da sempre. L’amore per le stampe è nato che ero già un po’ più grandicella (se escludiamo cuoricini e coniglietti del classico pigiama che portava Santa Lucia), ma si è fatto subito forte. Soprattutto se chiassose. Soprattutto se abbinate.

 

 

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Come non amare quindi Massimo Giorgetti voi direte? Impossibile. Io, infatti, le collezioni MSGM le adoro. Inclusa quella per la prossima PE14 che tra tagli, lunghezze e colori, smuove il mio amore a suon di accostamenti inaspettati. Più Hawaii inspired, lo riconosco, ma se di fantasie si parla, come non citarlo? Sfiziosa e femminile, abbraccia la silhouette esaltandone un eleganza fresca ma pensata. Bravo lui.

Il vero amore per la stagione è invece Stella Jean. Meravigliosa la collezione, tanto da desiderarne ogni pezzo. Tessuti del Burkina Faso, i colori dell’Africa, l’allure 60’s. Favolosa. I dettagli sono curati in maniera maniacale, dalla scelta degli accessori a quella degli accostamenti: turbanti e cappelli maschili, bijous dal gusto 50’s, camicie e capispalla rigati vicino a stampe optical. Più favolosa della sua mente creativa, questa collezione. Una conferma di un talento che riduce i miei occhi a cuoricino #sapevatelo

Moncler Gamme Rouge richiama l’Africa attraverso le stampe animali: pitone, giraffa, animalier. Un trio che sfila in passerella esaltando la sensualità femminile grazie alle mini lunghezze e ai tagli. Il gusto sporty non decade, c’è: materiali e volumi ne danno una nuova chiave di lettura. Che a me piace. Davvero.

E poi Missoni e Céline, dove la scelta di alcune calzature, le gonne e altri volumi, si portano dietro questa allure.

Givenchy, dove Africa incontra Giappone, in un risultato magnetico. Come ogni collezione firmata Tisci. Elegante e sensuale, questa collezione abbandona il gusto hip hop che aveva caratterizzato molte di quelle precedenti e sceglie una nuova declinazione della silhouette femminile: i colori della terra, i drappeggi, le fasce che cingono seno e vita. Un’Africa declinata in una serie di capi che vorremmo indossare. Io per prima.

Più energico e sportivo Alexander McQueen dove collari e tagli dei top mi ricordano subito popoli di terre lontane: un certo gusto Masai si ritrova anche nella collezione Aquilano.Rimondi. Le pitture murali ne hanno influenzato le stampe in una declinazione che promuovo, soprattutto nelle mini lunghezze.

In attesa di volare in Africa, non mi resta che portare l’Africa nel mio armadio.

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Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati

1 risposta

  1. Silvia

    L’Africa, anche per me, è un continente tanto sognato ma non ancora visitato. Bellissimo articolo e bel modo di sentirla vicina… almeno nello style!!! 🙂 Complimenti. Un bacio Silvia 🙂