La matematica lo aveva stabilito già domenica pomeriggio, ma ora è arrivato anche sul campo. La Juventus vince il suo terzo scudetto di fila, il secondo in data 5 maggio, contro un Atalanta ormai salva che era già entrata nel destino bianconero tre anni fa segnandone di fatto la rinascita. Contro i bergamaschi, Conte vinse il suo primo scudetto e da quel momento non si è più fermato. Sul numero degli scudetti fate un po’ voi. Che siano 30 0 32 dipende dalla vostra fede calcistica. A tal proposito è intervenuto, subito dopo la partita, il presidente Agnelli dichiarando: “La terza stella non ci sarà. Per noi gli scudetti sono 32 anche se la contabilità dice 30. Poi, quando qualcuno arriverà a poter mettere sulle maglie la seconda stella noi potremo esibire la terza, per rimarcare la differenza”

Una vera e propria stilettata di classe per gli juventini, un gesto di presunzione e boria per tutti gli altri. Ma anche in questo caso scegliete voi.

 

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Oltre al tecnicismo sul numero di scudetti, il presidente ha più volte ribadito il merito di tutto lo staff e dell’amministratore delegato Beppe Marotta. Con il colpo Pirlo (a parametro zero), iniziò una serie di grandi acquisti già 3 anni fa nell’anno della rifondazione e, anno dopo anno, ha aggiunto tasselli fondamentali per la crescita tecnica della squadra. Quest’ anno l’Ad bianconero ha messo a segno colpi importanti come quello di Fernando Llorente a parametro zero dal Bilbao e Carlitos Tevez, vero top player pagato solo 9 milioni più bonus (gli stessi che il Milan ha versato nelle casse societarie per Matri) che ha trascinato la squadra per tutto l’arco della stagione. I due hanno segnato complessivamente 34 gol solo in campionato.

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Se aggiungiamo la riconferma (e definitiva consacrazione) di Pogba e le solite ottime prestazioni del centrocampo, è facile intuire come i numeri di questa squadra fossero destinati a crescere di partita in partita. Quando mancano ancora due giornate alla chiusura ufficiale del campionato i punti sono 96 (a meno uno dal record di Mancini nell’era Inter post Calciopoli), miglior attacco, miglior difesa e 18 vittorie su altrettante partite giocate allo Juventus Stadium (record).

Il volto di questo successo non può che essere quello di Antonio Conte, uno che alla gente non sta molto simpatico ma che sicuramente sa come motivare e far vincere la propria squadra. Dal suo arrivo sono cambiate idee, mentalità, stile di gioco e modulo grazie all’invenzione di quel 3-5-2 che sembra un vestito cucito su misura ai suoi ragazzi e che ora tanto va di moda nel campionato italiano (ma non in Europa).

Dopo il settimo posto della stagione 2010-11, l’allenatore salentino è riuscito a trasformare la truppa bianconera in una vera e propria macchina da guerra. Tre scudetti aumentando ogni anno i punti accumulati, 84 nel 2011-12, 87 nel 2012-13, e 96 (per ora) quest’anno. Nella storia del club è già entrato di diritto e tutti i tifosi sperano in una sua riconferma nonostante le parole del tecnico dopo la gara di Lunedì suonino come un campanello d’allarme: “Non è facilmente migliorabile quello che abbiamo fatto in questi anni, ripeto, dovremo fare attente valutazioni. Abbiamo fatto un buon percorso di crescita, sappiamo benissimo che i tifosi sognano le vittorie europee, ma non so se sarà possibile. Sono stati tre anni di fatica, chi mi sta vicino lo sa. Io devo parlare con i dirigenti per chiarire alcune cose. Io sono juventino e lo sarò sempre, ma ho bisogno di confrontarmi con la società in maniera serena.”

Al momento offerte concrete non ce ne sono ma tutto il popolo bianconero dovrà incrociare le dita perché Antonio rappresenta uno dei migliori tecnici nel panorama Europeo facendo gola alle big che potrebbero garantirgli le risorse necessaria per dare l’assalto alla Champions, il suo obiettivo dichiarato. Con le giuste garanzie e un mercato all’altezza, i dirigenti potrebbero convincerlo a rimanere per dare l’assalto a quei pochi record da sfatare che ancora mancano a questa squadra.

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Articolo scritto e redatto da Stefano Scortegagna | Tutti i diritti sono riservati

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