“Quando, dopo essere passati per uno stretto sentiero, emergiamo improvvisamente su un’altura, dove la strada si divide e i più bei panorami ci si presentano da tutti i lati, ci è permesso sostare un momento per decidere verso quale direzione ci incammineremo in primo luogo…”

Inizio questo mio pezzo con una citazione molto importante appartenente a Sigmund Freud, padre della psicologia moderna. La frase si contestualizza all’interno di un testo che spiega la relazione tra sogno e desiderio e mi piaceva perché è in qualche modo evocativa del viaggio che ho vissuto.

Il libro è del 1899 e si chiama “L’interpretazione dei sogni”. Secondo l’autore un sogno non è un pensiero assurdo e privo di significato ma bensì rappresenta un fenomeno psichico pienamente valido che concretizza un desiderio soddisfatto.

Sogni, desideri ? Cosa c’entra la splendida Jaguar F-Type che capeggia questo articolo con Freud ?

Beh, dal mio personalissimo punto di vista vi è una relazione più che chiara tra questi tre elementi perché guidare la Jaguar F-Type lungo le strade più belle d’Italia a seguito della Cuervo y Sobrinos cup è uno dei sogni ad occhi aperti più belli che abbia mai vissuto.

Tutto parte da una piovosa Milano con gli amici di sempre, quel team affiatato di Canossa Events che già ho seguito in altre occasioni, ma soprattutto, perdonatemi il materialismo, con il mio desiderio più ricorrente: la guida della Jaguar F-Type S.

Mi presento al mio compagno di viaggio ed inizia il breve percorso verso Lugano, la prima tappa del nostro viaggio. Il cielo durante tutto il tragitto è grigio come è grigia la Milano che ospita la partenza della corsa, illuminata solo dai fari a led della nostra vettura. Bruciare chilometri in autostrada non rientra nei piani di viaggio e quindi attraversiamo le strade urbane della provincia di Milano, tagliando l’operosa Brianza fino a raggiungere il valico Italia-Svizzera per fermarci a Lugano, dove abbiamo l’occasione di far sfilare la nostra Jaguar F-Type lungo la centralissima via Nassa.

L’auto attira gli sguardi: sarà un po’ per quegli occhi da gatta o sarà per quel ruggito discreto che sa emettere anche durante le andature più lente specie quando si tengono volutamente gli scarichi aperti.

Consumiamo un pasto veloce di fronte ad una distesa di auto storiche che attirano gli sguardi di quei pochi curiosi e turisti che passano da Lugano il venerdì all’ora di pranzo.

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La prossima meta è Bormio e quindi ci mettiamo subito in strada: i chilometri sono tanti ed il tempo non ci assiste.

Appena passata la città di Lugano inizia ad aprirsi il territorio svizzero formato da un paesaggio ordinato e pulito in cui il verde dei monti si alterna occasionalmente al blu dei fiumi. Le pecore, rigorosamente usate per tenere ordinati i prati, fanno occasionalmente capolino.

I rigorosi limiti elvetici ci impongono un viaggio ligio al codice della strada lungo tutto il tratto che passa da Maloja, St. Moritz per arrivare poi al passo del Bernina e seguire Tirano e Bormio, dove arriviamo la sera per cena, stanchi ma ancora carichi di adrenalina per l’emozione di aver guidato tutto il giorno la nuova Jaguar F-Type.

È tempo di un primo bilancio: il primo giorno è andato e la nostra Jaguar F-Type ha saputo esprimere le proprie doti da veicolo comodo e tranquillo con il quale passeggiare come se si trattasse di un veicolo da città. I sedili bassi possono far immaginare il peggio ma le sospensioni, nella modalità di guida “normale”, rispondono bene alle asperità del terreno e non si avverte nessun eccesso nei contraccolpi. Le nostre schiene, non più da ventenne, sono incolumi.

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Il secondo giorno è dedicato all’Engadina: partenza da Bormio. Noi con la nostra Jaguar F-Type manteniamo la posizione intermedia e consultiamo il road book. Mi accorgo che il percorso prevede di entrare nuovamente in Svizzera poi Austria per attraversare il Passo del Forno per svoltare a Zernez per raggiungere Nauders e successivamente giù verso il passo dello Stelvio per poi tornare alla città di Bormio.

Ci aspettano tanti chilometri. Le prove di regolarità si susseguono durante tutto il tragitto. Il tempo è ancora una volta contro di noi e la pioggia insiste con il suo battesimo che accompagna quasi l’intero percorso che scorre lento come una gita di campagna a bordo di una grande sportiva che fino a questo momento abbiamo usato come una semplice utilitaria.

Giunge poi il tanto atteso premio finale: il passo dello Stelvio. Il paesaggio, che fino ad ora è stato verde come un prato inglese, inizia a lasciare spazio ai residui nevosi che caratterizzano le quote più elevate.

È il momento nel quale possiamo prenderci qualche libertà alla guida: la strada è sgombra dai concorrenti ed i turisti che decidono di attraversare il passo in una giornata così uggiosa si contano sulle dita di una mano ed è per questo motivo che spostiamo il selettore che comanda l’elettronica da “normale” a “sportiva” e gli indicatori, sobri ed essenziali, diventano di colore rosso, quasi volessero ricordare che i 380 cavalli della nostra Jaguar F-Type sono pronti a reagire. Ed è così.

Il motore ruggisce, curva dopo curva ed il 6 cilindri 3 litri sovralimentato, reagisce grintosamente ma senza mai mettere il veicolo nelle condizioni di eccedere. Il tempo però è ancora una volta contro di noi e la pioggia, che era un fastidio occasionale, diventa una vera e propria tempesta tanto da imporci di utilizzare la modalità “ICE”, per la guida su terreni particolarmente scivolosi.

L’auto cambia decisamente carattere. Il colore rosso che caratterizzava il quadro degli strumenti torna ora ad essere blu e la nostra gattona diventa una timida gattina che eroga la sua potenza con garbo, discrezione e parsimonia in modo da evitare qualsiasi tipo di preoccupazione anche con i fondi più scivolosi.

 

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La terza ed ultima giornata, dedicata alle premiazioni ed al rientro, è invece caratterizzata finalmente dal sole ed il percorso prevede una punta al passo di Eira con un esclusivo giro attorno al lago di Cancano per giungere poi alla Valdidentro.

Finalmente il grigio degli ultimi giorni è diventato un piacevole azzurro che forma una netto contrasto con l’erba ed i boschi. Abbiamo l’opportunità di portare la nostra Jaguar F-Type lungo il percorso che costeggia il lago di Cancano, uno sterrato di un paio di chilometri che solitamente è chiuso al traffico, per poi dirigerci alla meta finale.

È tempo di bilanci ed è per me il test più lungo condotto su questa macchina che ha saputo come sempre far valere le proprie doti tecniche.

…e se anche voi siete dei sognatori, sognate di possedere un’auto fantastica, sognate di guidare tra le più belle strade d’Italia, sognate di vivere emozioni uniche degne di una grande vettura sportiva allora è il momento di mettere da parte tutto quanto: i pregiudizi, le preoccupazioni, i timori e correre in concessionaria per prenotare un test drive della nuova Jaguar F-Type, sono certo che mi ringrazierete.

Vi lascio come sempre con i miei scatti, ognuno dei quali racconta un momento. Guardateli con calma, ne vale la pena…

 

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A proposito dell'autore

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