Ce lo avevano detto tutti: andare in vacanza al mare con le bimbe è difficile, stancante e poco vacanziero.

Avevamo fatto spallucce, prenotato traghetto e casa e deciso le nostre vacanze al mare in Corsica. Oggi, tornata in città vi racconto come è andata, vi lascio qualche dritta e suggerimento e vi dico che non  posso affermare che non avessero ragione, ma posso dire con certezza che una vacanza al mare così bella ed emozionante non l’avevo mai fatta.

Riavvolgiamo il nastro.

Avete presente la classica situazione da neo genitori che lavorano h24? Delirio casalingo, voglia di evasione e computer acceso da tempo immemore e poi ecco la frase “prenotiamo le vacanze!”. Tentennamenti dovuti alle bambine ululanti (urlanti come parole sarebbe riduttivo) e un “ok dai prenotiamo”. Incastra calendario, nonni, nido, consegna lavoro, traghetto si, questa casa ti piace? Vai ok clicca, documento? Cabina si? Ma abbiamo la lavatrice vero? Si boh non lo so, aspetta si ma non c’è l’ascensore ed è al 3 piano. No allora cambia, questa? Ma dobbiamo cambiare data di arrivo, si va bene ce la facciamo. Ok seleziona, macchina, bagaglio. Acquisto e tac. Mail di ricezione: partiamo da Livorno e al ritorno arriviamo a Savona.

Perfetto. Livorno? Ma nooo.. Aspetta ho sbagliato a selezionare, provo a stornare, dice che non c’è più posto, ok lascia li. Partiamo da Livorno.
Ed accadde proprio così, sbagliammo a selezionare e partimmo da un’altra città, molto più lontana. Ma chissene, l’adrenalina del viaggio aveva la capacità di muovere noi e tutto il resto

Primo giorno di vacanza: sveglia all’alba (per viaggiare con il fresco), colazione fuori (per non sporcare mezza casa prima di uscire) e via. Per arrivare a Livorno avevamo preventivato 4 ore, dopo 2 eravamo già in postazione pronti per salire sul traghetto. Il personale gentilissimo ci ha dato una mano e sinceramente ho pensato che senza di loro non ce l’avremmo mai fatta: le navi non sono per genitori con passeggino. Se hai un figlio piccolo e lo porti nella fascia sei a posto, ma in tutti gli altri casi ciao. Devi portarlo a braccio ma se ne hai due e il passeggino non è una scelta, ci vuole organizzazione massima. Io e Alessandro ci siamo divisi i compiti. Lui è salito con la nostra macchina – Citroen C4 Grand Picasso, fidata compagna di missioni impossibili – e io a piedi con le bimbe. Ci siamo poi trovati in cabina (prendetela la cabina se avete bimbi piccoli e ve lo dice una che l’anno scorso con il pancione ha fatto andata e ritorno con il passaggio ponte.)

 

Arrivati a destinazione il tragitto è stato breve, la nostra casina delle vacanze è a pochi chilometri da Bastia e in meno di mezz’ora varcavamo gongolanti la soglia casalinga. Ci abbiamo vissuto 12 giorni, in una nuova dimensione che, da una parte strizzava l’occhio alla nostra routine milanese, e dall’altra era completamente stravolta dal desiderio di nuovo, di esplorazione e di piccole conquiste.

Il primo giorno è sempre e notoriamente di assetto, abbiamo preso le misure come si dice in gergo.

Il secondo eravamo al mare. Ecco, se c’è una cosa che non avevo mai fatto – a memoria almeno – era andare in spiaggia prima della sveglia delle 8 del mattino. Ma con i bambini tutto cambia, a meno che, invece di un bimbo, abbiate un animale in letargo ma non è il nostro caso. Alle 8 e un quarto avevamo già invaso la nostra piccola, ma enorme fetta di spiaggia con tendalino per il sole, ombrellone, cambi, giochi, asciugamani. Sembrava avessimo spostato cose per un esercito e invece, eravamo in 4.

Prima cosa imparata:le cose che ti porterai in spiaggia con i bambini non saranno mai abbastanza. C’è sempre il ciuccio che cade nella sabbia e non lo si trova più, il costumino di riserva, i picchetti per la tenda che siamo pur sempre su una isola e c’è un vento che sposta le bimbe. I biberon e le pappe, i cucchiaini e i bavagli, le salviette umide, la crema solare, il lenzuolino per asciugarli dopo il bagno e quello per il dopo doccia (che il primo ha il sale del mare, il secondo no) e via dicendo. Un elenco lunghissimo che io sono riuscita miracolosamente a stipare in due borse da mare. Perfetto! Due borse, due bambine, il salvagente e la tenda: in pratica un mini trasloco. Meno male che la macchina ha un bagagliaio che non finisce più – non sono riuscita a riempirlo tutto nemmeno per il viaggio fino in Corsica! e riuscivamo a spostare anche tenda e salvagente senza chiuderli/sgonfiarli: una vera meraviglia!

 

Loro, in compenso, al mare si sono divertita come matte.

Tutto nuovo. La paura è durata quattro secondi, il tempo utile per capire che il mare è bagnato ma non fa male, che se ci puccio le gambette posso muoverle quanto mi pare e che mamma&papà sono sempre qui, quindi OK! Le giornate hanno così iniziato a scorrere che nemmeno noi ce ne siamo accorti. La mattina sveglia presto, latte e via, cambio e crema solare, macchina e spiaggia, pisolino, bagnetto, frutta, cambio, nanna. Pappa dei grandi e dei piccoli più o meno insieme, poi relax con nanna sotto l’ombrellone e poi di nuovo via.

Il nostro record in spiaggia?

Dalle 8 – orario fisso – alle 16!

L’ombra è diventata la mia migliore amica e ho abbandonato il ruolo di lucertola. Ho ricominciato ad andare in mare con un gonfiabile – ovviamente non per me. Ho capito fino in fondo quanto sia importante la crema solare e quanto sia bello il momento di coccola dopo il bagnetto in acqua dolce seguito da massaggino con crema dopo sole.

Ho smesso di preoccuparmi per la sabbia che si infila ovunque e che, per quanto cerchi di tenere lontana dai bambini, li troverà sempre e ci si attaccherà come un magnete. Ho sviluppato capacità fisiche inimmaginabili, il tutto con una bimba sempre in braccio. Ho capito che la cicatrice del cesareo, anche se altissima rispetto a quella dei cesarei “singoli”, è comunque un segno bellissimo e non me ne curo più: se si vede pace e amen.

Mi sono commossa a tornare sulla stessa spiaggia dove ho scattato la prima foto social alla pancia. E mi sono commossa ancora di più vedendo Gaia e Giada ridere sulla stessa spiaggia. E’ stato faticoso ma meraviglioso.

Tantissime novità in pochissimo tempo. Felicità immensa e la voglia di ripartire di nuovo.