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Dicono che sia una persona che fa poco trasparire i propri stati di animo. Dicono che spesso non si capisce se una persona mi sta a cuore o no. Non sono una da grandi slanci emozionali, dimostrazioni plateali od abbracci pubblici. Sono da meno parole e più fatti, riservati, nel piccolo. Non faccio le cose “perché vanno fatte” e difficilmente dico alcune parole “perché le altre persone se le aspettano”. Però per una causa mi sono sempre esposta, perché credo nella prevenzione, e spesso farlo vedere può suscitare la voglia e la curiosità di esporsi in prima persona, seguendo l’esempio. E qui, dall’altra parte del mondo, a nove ore di volo da casa, ho una spilla appuntata sul maglione, perché quello che è importante non si dimentica con la distanza.
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E la mia giornata, l’ultima interamente newyorchese, iniziò così. Con un cielo incerto, con la valigia da sistemare, le foto che iniziano a diventare sempre di più, come le mail che dovrò gestire al mio ritorno in terra italiana. Sento gli amici con whatup, twitter e le mail e penso che nel 2003, quando sono arrivata qui la prima volta, tutti questi social non c’erano (o almeno io non ero sui social) e con le persone parlavi al tuo ritorno. E penso che senza il blog, oggi, mi mancherebbe un pezzetto, e tutto questo senso di condivisione non esisterebbe e sarebbe un peccato, davvero.
Ho scoperto Starbucks come un luogo dove incontrare persone, sedersi a un tavolino condiviso, dimenticandosi la sensazione di sentirsi soli. Ho scoperto gli h24 che ti fanno dimenticare gli orari canonici e se ti viene voglia di mangiare patatine alle 3 del mattino qui lo puoi fare anche se a casa ne sei sprovvisto. Ho visto strade larghe larghissime senza motorini, ed adesso capisco perché i newyorchesi, arrivati a Roma, rimangono impressionati dalla quantità di scooter ai semafori.
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Mi sono goduta Central Park in vari momenti della giornata. Il verde, il buon umore che gli scoiattoli trasmettono, ti fanno stare bene, sotto il sole. Si avvicinano senza paura, abituati ormai alla presenza dell’uomo che, invece, li guarda con aria curiosa, e li fotografa senza avvicinarsi, per non spaventarli. Il parco non è solo un polmone verde ed un enorme angolo di pace ma anche un momento, uno stato di animo, una pausa dalla confusione cittadina, un luogo dove innamorarsi o semplicemente pensare alle persone importanti, rilassarsi, godersi uno spettacolo improvvisato, mangiare noccioline passeggiando, scattare fotografie cercando di catturare la luce che passa fra le foglie ingiallite dalla stagione. Ho visto persone baciarsi, correre, leggere, scrivere, scattare, dipingere, vendere, comprare. Sembra che la vita nel parco abbia un suo corso, come se fosse indipendente dal resto, come se il traffico e lo sfrecciare delle macchine fuori non lo tangesse.
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I’m at Central Park Zoo (New York, NY) w/ 5 others [pic]: http://4sq.com/TwCzrn
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Ho pranzato seguendo il consiglio di un’amica, al JG Melon [1291, 3rd Ave – Upper East Side] e devo ammettere che sono nuovamente caduta in piedi. Delizioso ed accompagnato dalle patatine fritte più buone che abbia mai mangiato in vita mia!!!! Costosissime le bevande ma davvero un luogo dove entrare, sedersi e gustare.
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Tutto il quartiere intorno al JG Morgan è incantevole, con negozi deliziosi che passano dai semplici vintage di altissimo livello (Manolo Blahnik come se non ci fosse un domani..) agli store monomarca dei marchi più noti, come Ralph Lauren, fino a quelli di ricerca con cuscini dai romantici messaggi, targhe d’epoca, posacenere dalle forme più assurde ed accessori per la cucina dal gusto retrò
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Proseguendo verso la mia discesa della città sono incappata in Bloomberg, al cui interno, oltre a griffe su griffe, c’é anche una sede di Magnolia Bakery con i cupcakes più dolci di New York. Inutile parlare di prezzi, perché qui per meno di 3$ non troverete nulla di commestibile, ma un micro giro per il locale vale la pena, assolutamente!!!
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I’m at Bloomberg (New York, NY) w/ 7 others http://4sq.com/VaPzV4
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La mia camminata direzione Empire State Building è proseguita, un po’ sulla 5av un po’ per le sue traverse. Se venite a New York tenete a mente un consiglio: scarpe comode e gambe in spalla. Perché questa città si ammira camminandoci attraverso, con lo sguardo verso l’alto! Bisogna viverla, assaporarla nell’aria e nei dolci, lasciare a casa dieta e tabella calorica, entrare da Starbucks e gustare una hot chocolate, lasciarsi coccolare dal calore dei negozi, da quella sensazione che ti avvolge quando ci entri dentro. Comprare frutta agli angoli della strada ed abituarsi a questa vita h24 senza stop.
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I’m at Starbucks (New York, NY) http://4sq.com/Ub8F1n
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La batteria del mio cellulare, purtroppo, è terminata prima dell’arrivo all’Empire, prima di prendere la metropolitana per tornare all’albergo, prima delle luci notturne e prima della buona notte, che vi do in ritardo.
A domani,
Laura
è tutto stupendo laura,ma posso domandarti una cosa sei andata solo a new york?un viaggio di piacere?hai avuto coraggio..sai è sempre il mio sogno andare a new york e spero di realizzarlo l’anno prossimo,ma nn trovo mai nessuno con cui andarci,quindi mi sa che troverò un altra alternativa..ahaha magari andare cn qualche agenzia organizzata ..xkè sola nn riuscirei proprio:)