E’ la sera di venerdì 6 marzo quando all’aeroporto di Ginevra lo staff di Infiniti mi accoglie per iniziare insieme un week end all’insegna del divertimento e del piacere di guida. Non so bene cosa aspettarmi perché ho letto sommariamente il programma del weekend. So solo che avrò il piacere di provare l’esperienza di un Weekend Infiniti con tanto di prova su strada di alcuni loro modello. Con me ci sono altri giornalisti, chi ha preso il volo dalla Francia, chi dal Regno Unito e io dall’Italia. Siamo una bella squadra e, contrariamente ad altre occasioni, mi sento subito parte dello staff. Forse grazie al personale Infiniti che ci ha immediatamente fatto sentire a nostro agio.

Fuori dall’aeroporto mi aspettano  le auto della casa giapponese, mi accomodo su una Q50S e mi faccio trasportare alla volta di Chamonix. L’autista è uno spagnolo, molto simpatico e disponibile. Il mio spagnolo è fantasioso ma in un modo o nell’altro riesco a farmi capire. Insieme a lui e agli altri reporter, percorro il tragitto verso la meta su strade extraurbane. Il comfort è ai massimi livelli, la silenziosità pure e sono quasi stupito dall’assenza di rumore tanto che, quasi quasi, riesco ad addormentarmi. Lo spazio per cinque persone è abbondante. Tutto fila liscio. Sono già le 21 passate, quando arrivo a Chamonix, in uno chalet privato costruito interamente in legno.

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Incontro altre persone dello staff Infiniti che mi invitano a posare i bagagli nella mia stanza e a raggiungerli poi al piano superiore per bere qualcosa insieme. Una camera dal sapore canadese, diverse pelli tappezzano il pavimento e le pareti. Sembra già che la giornata stia volgendo al termine, alla fine ho viaggiato mezza giornata e la stanchezza si fa un po’ sentire, la pace e i colori della notte in montagna assecondano il mio rilassamento.

Raggiungo lo staff e gli altri ragazzi al piano superiore e, diversamente da quanto prospettato, inizia la serata all’insegna dello stile Infiniti. Champagne a volontà, accompagnati da stuzzichini sushi, un caldo ed enorme camino acceso che illumina tutto il piano, l’atmosfera mi piace. Conosco meglio i miei compagni di week end e nasce un bel feeling. Siamo qui per conoscere un auto, uno stile di vita, un brand, ma sembriamo già vecchia amici che parlano di un po’ di tutto.

L’aperitivo prosegue con un invito a tavola da parte dello staff, le chiacchiere continuano e, tra una battuta, un bicchiere di vino, un assaggio di formaggio e un dolce mi trovo poi alle 2 di notte a fare un idromassaggio bollente all’aperto.

A notte fonda saluto gli altri giornalisti e, aprendo la mia camera da letto, trovo il materiale Black Crows che dovrò usare l’indomani sulle piste da sci. Che serata!

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Infiniti experience – day 1

L’indomani inizia l’avventura, le piste di Chamonix che volgono lo sguardo alla vetta del Monte Bianco, aspettano me e Infiniti. Ho tutto ciò che mi serve: tuta, scarponi, sci, guanti e abbonamento giornaliero. Si parte! Pista dopo pista affrontiamo varie vette, lo staff è stupefacente, ha un livello altissimo di abilità nello sciare e io, che non sciavo da un po’, fatico a restare nel gruppo.

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Facciamo sosta poi in una baita dove il cibo è ovviamente francese,  non capisco cosa sto ingerendo ma faccio finta di conoscere il piatto e di gustarlo. Lo staff ci racconta cosa faremo nel corso del pomeriggio e della serata che prevede una cena in un’altra baita a Courmayeur. Dopo qualche pista si rientra allo chalet, predisposto per la prova su strada Infiniti. Il test driver che c’è in me prende il sopravvento. Finalmente posso mettere le mani sul gioiello della casa giapponese.

 

L’esperienza Infiniti

Le auto Infiniti sono tutte per me. Inizio con la prova del SUV QX70. L’auto è caratterizzata da poderoso 3.0 litri diesel con trasmissione automatica che mi fa sembrare le strade di montagna come se non avessero pendenza. Potenza, controllo, stabilità e confort. Non sento la salita, il motore spinge forte, talvolta ai limiti della trazione. Le sospensioni sono attive e mantengono la vettura in perfetto equilibrio senza sbandamenti e pericolosi ondeggiamenti.  Nel mentre sono accompagnato da un pilota Infiniti il quale risponde con chiarezza a tutti i miei quesiti tecnici. Mi cade lo sguardo sui consumi che restano sorprendentemente moderati, considerando le continue accelerazioni e frenate che stanno caratterizzando questa mia prova su strada.

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La prova non termina qui. Una Q50S AWD ibrida color argento mi attende al piazzale dello chalet. È una berlina di generose dimensioni l’ultima nata in casa Infiniti. Devo dire che lo stile è la prima cosa che noto. Inconfondibile e originale al tempo stesso grazie alle linee fluide che si ispirano alla natura. Linee spinte, muscolose, decise e sportive ma senza mai attraversare la sottile linea tra buon gusto e eccesso.

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Sono un po’ titubante perché non avevo una particolare simpatia per le auto ibride e devo ammettere peraltro che nel corso dei miei test drive ho avuto modo di provare solo ed esclusivamente auto ibride di piccole cilindrate. Inizio il test e dando i primi colpi di acceleratore e immediatamente percepisco la potenza del motore 3,5 litri ibrido V6 da circa 300 cavalli che, in accoppiata con il motore elettrico, permette di raggiungere oltre 360 cavalli. I propulsori lavorano all’unisono creando un erogazione fluida e piacevole sia nel misto pieno di curve dove, nei limiti del codice stradale, spingo l’auto, sia nei lunghi tratti di statale dove il motore elettrico è sostanzialmente a riposo.

L’auto, i cui interni sono lussuosi e confortevoli, è dotata dei più moderni sistemi di sicurezza che possono essere utili in caso di grandi viaggi o piccoli spostamenti nel quotidiano. Si pensi ad esempio al sensore che mi avvisa se oltrepasso la linea continua tra le due carreggiate, al radar anteriore che rallenta in autonomia il veicolo in caso di avvicinamento azzardato all’auto che mi precede. Il tutto nel segno delle prestazioni dai consumi ridotti, grazie al motore elettrico che contribuisce non poco a ridurre i consumi e le emissioni inquinanti. La capienza del baule posteriore ? Sufficiente per caricare la nostra attrezzatura e quella dei colleghi di viaggio in questa esperienza Infiniti.

Tutti rimaniamo piacevolmente impressionati dal giusto equilibrio espresso da questo veicolo che è allo stesso tempo sportivo, sobrio, elegante e funzionale.

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La serata in puro stile Infiniti

E’ ormai sera e lo staff ci porta in Italia, passiamo il traforo del Monte Bianco, raggiungiamo le cime di Courmayeur con la funivia e ci prepariamo alla salita verso una baita ristorante nella quale il personale Infiniti ci aspetta per vivere un’altra parte di questa esperienza “infinita”. Ci lasciano al punto di raccolta intermedio collocato dopo la salita in funivia. Qui ci attendono 5 motoslitte con altrettanti istruttori di sci. E’ la mia prima esperienza in motoslitta e la potenza espressa dal bicilindrico della moto mi ricorda, a certi tratti, l’esperienza entusiasmante vissuta nel pomeriggio a bordo del Q50S AWD Hybrid.

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La cena scorre tranquilla in compagnia dello Staff di Infiniti che, tra una pietanza e l’altra ci illustra la storia del marchio giapponese, nato poco meno di 30 anni fa come marchio “premium” per il mercato americano e diffuso, nel corso dei tempi, nel resto del mondo. Se le prime auto erano poco gradite al mercato europeo, dal terzo millennio è arrivata la svolta estetica e, se vogliamo, tecnica (grazie all’uso del propulsore V6 turbodiesel, perfetto per il mercato europeo). Le auto Infiniti sanno essere un elemento distintivo e il marchio rappresenta appieno l’esperienza che abbiamo vissuto: eleganza, sportività, divertimento e perché no, lusso privo di eccessi.

Chiudiamo la serata in bellezza a Chamonix. Tra qualche bicchiere e una pista da ballo ci lasciamo andare senza eccessi per vivere l’esperienza Infiniti fino all’ultimo. In fin dei conti le nostre splendide auto sono parcheggiate a casa e nessuno di noi dovrà guidare fino al mattino successivo.

Rientriamo in chalet e prima di addormentarmi penso ad alcune immagini delle “vecchie” infiniti che popolano la mia memoria e non posso che essere colpito dal salto stilistico e qualitativo che ha coinvolto la casa giapponese facendola entrare, di diritto, nell’Olimpo delle berline di alta gamma.

Il salone di Ginevra e lo stand Infiniti

La mattina parte tranquilla nello chalet e veniamo svegliati solo dagli uccellini che cinguettano in questa domenica di sole. La giornata è già iniziata da un pezzo e rischiamo di essere in ritardo sulla tabella di marcia. Il personale Infiniti, che sembra non aver alcun segno della nottata insonne, ci conduce ai veicoli dove, come veri VIP, veniamo portati a bordo nelle nostre berline. Il tragitto dura circa un’ora e nel tratto della Statale, caratterizzato dai rigidi limiti stradali svizzeri, posso assaporare nuovamente il piacere di farsi cullare dagli interni lussuosi.

All’interno veniamo accolti nello stando dove ci viene vengono presentate le QX30 e la Q60.

Ogni volta che vado ad una fiera dell’auto trovo qualche nuova concept Infiniti quasi come a voler enfatizzare al massimo il costante rinnovamento che il marchio giapponese sta attuando da qualche anno a questa parte.

Parto osservando il QX30, un SUV compatto dal taglio premium che verrà costruito in Inghilterra sulla base della piattaforma usata per la Classe A. Le linee fluide sapranno contraddistinguersi nel traffico urbano e gira voce che la versione definitiva sarà molto vicina a quella attualmente esposta qui a Salone di Ginevra. Dovremo però pazientare sei mesi per vederla sulle strade.

La Q60 Concept è invece un’auto che vedremo forse nel corso dell’anno 2016 ed è l’emblema della forza e dell’impegno che Infiniti sta mettendo nel creare auto sempre più innovative dal punto di vista estetico, sempre con la massima attenzione a non sconfinare nell’azzardo stilistico.

Vi lascio alcuni scatti (vedi nota successiva)

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Chiudiamo il weekend con una nota dolente. La mia Canon viene rubata il mattino successivo al weekend Infiniti e con essa buona parte degli scatti fatti durante questa splendida esperienza. Salvo per caso una SD da 2 GB che avevo in tasca.
Il Karma… ma meno male ci sono le assicurazioni.

 

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 Articolo scritto e redatto da Paolo Agudio | Tutti i diritti sono a lui riservati

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