L’ispirazione? I postumi di una sbornia. L’idea? Dello scrittore britannico Guy Beringer che per primo coniò la parola “brunch”, una sintesi dei vocaboli “breakfast”(colazione) e “lunch”(pranzo). Reso famoso dalla filmografia Americana, è una tradizione piuttosto diffusa tra le nuove generazioni nel Regno Unito che durante il fine settimana assediano caffetterie, pub e ristoranti per soddisfare quel languorino della tarda mattinata.
Il rituale della colazione come occasione per riunire amici e famiglia era già comune ai tempi degli anglosassoni ma divenne una vera e propria istituzione con il crescere dell’aristocrazia che approfittava dell’occasione per vantarsi della propria ricchezza con gli ospiti, servendo ingredienti costosi come la carne.
Nasce così la colazione “rinforzata” all’inglese, con il full English breakfast come piatto principale del brunch domenicale. Costituito tradizionalmente da uova (strapazzate o occhio di bue), fagioli in salsa di pomodoro, bacon, salsicce e pane in cassetta tostato, il piatto è accompagnato da altre pietanze, quali uova alla benedict, in camicia su English muffin o con prosciutto arrosto e salsa hollandaise.
Storicamente, la full English breakfast era preferita da chi svolgeva lavori pesanti e si alzava molto presto, nel corso degli anni è diventata sempre più apprezzato da chi faceva le ore piccole tra pub e discoteche per trovare sollievo dai sintomi della sbornia nelle pietanze bisunte, ma oggigiorno domina il rituale del brunch.
Naturalmente negli ultimi anni le varianti sono diventate infinite, tanto da includere ricette per tutte le esigenze: smoothie, porridge, macedonia e chi più ne ha più ne metta.
Un tour di Londra non è completo se non include una fermata per il brunch e la capitale offre davvero tanti ristoranti per deliziare il palato e farvi iniziare la giornata nel migliore degli umori.
Inclusa in ogni guida (giustamente) è la catena The Breakfast Club, che come dice il nome, si specializza in colazioni, da pancake e muffin a full English breakfast e hamburger, questo è il posto dove fermarvi ad ogni ora del giorno. Per i più coraggiosi, si consiglia “ham so aggesited”, una torre di pancake, uova fritte, formaggio, bacon e sciroppo d’acero.
Se alla ricerca di un ambiente più raffinato, due sono le istituzioni a Londra, The Wolseley e The Landmark Hotel. Il primo, nella centrale Piccadilly, trasuda eleganza con il suo arredamento Art Deco, il secondo è rinomato per il suo raffinato “champagne brunch”.
Caravan, a Clerkenwell è un ristorante di recente apertura che si è già diventato un fenomeno di nicchia per le sue sensazionali colazioni. Combinate con una visita al contiguo Exmouth Market.
Per chi al black pudding preferisce i macaron, si consiglia invece di fermarsi al sontuoso Balthazar che serve sofisticate colazioni francesi in una lussuosa atmosfera a due passi dalle vetrine di Oxford Street.
Nel cuore finanziario della città, svetta (letteralmente) Duck & Waffle al 40esimo piano della Heron Tower. Con un menù ispirato dall’America del sud e viste mozzafiato (nebbia permettendo), questo locale trendy va prenotato con molto anticipo.
Se preferite delle opzioni più salutari, The Modern Pantry, Ottolenghi e Gail’s Bakery fanno per voi, con pane appena sformato, deliziose marmellate fatte a mano e dolci da farvi perdere la testa.
Infine, se siete alla ricerca di un’esperienza più autentica, fermatevi ad uno dei pochi cafe (pronunicato caff) ancora in giro, locali di poche pretese e molta sostanza, dove tutt’oggi si fermano poliziotti ed operai per un fry-up (qualsiasi tipo di combinazione uova/bacon/toast). Tra i più famosi E Pellicci a Bethnal Green Road, ma se ne trovano anche a Clapham North, Kennington e l’eccellente Terry’s Cafe vicino a Borough.
Articolo scritto e redatto da Giorgia Martinucci | Tutti i diritti sono riservati