C’è un uomo. In una grande stanza con grandi finestre. Sembra l’interno di una cascina, o comunque di un’abitazione rurale. C’è un lungo tavolo e scaffali intorno, e decine di bottiglie, piccole e grandi, ampolle, boccette; c’è una luce tenue, e in primo piano, solo per un attimo, un ramo di ulivo.

L’uomo è di fronte al tavolo e a un tratto si abbassa appoggiando i gomiti sul piano di legno. E lì, osserva. Osserva cinque piccole bottiglie piene di un liquido che attraversa tutto lo spettro dei gialli sconfinando nel verde, una sostanza pregiata, profumata, colma di sfumature. Le osserva con occhi che comunicano che quest’uomo detiene il Sapere; che quest’uomo che guarda cinque piccole bottiglie d’olio in realtà sta vedendo qualcosa di più, qualcosa che ancora non c’è, poiché sarà al termine di un processo che appare una semplice mescolanza di essenze diverse ma in realtà è atto di creazione, non possibile senza le capacità e la profonda conoscenza dell’uomo.

L’uomo ora si alza, e tutto ha inizio.

L’uomo si chiama Giovanni Zucchi, Blend Master e CEO di Oleificio Zucchi, azienda attiva nel settore olio di semi dal 1810 e che negli ultimi anni ha introdotto la lavorazione, anzi la creazione, e la commercializzazione di olio di oliva.

 

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Giovanni e i suoi Blend Master ci hanno guidato in una bellissima blending experience, al termine della quale ognuno dei presenti ha potuto “fare” il proprio olio. Ma cosa vuol dire blending?

Il blending in realtà è molto diffuso, basti pensare al caffè che può essere arabica 100% o un insieme di diverse tipologie; oppure al whisky single malt o, appunto, blended: questo mescolare, questo mettere insieme si chiama blending.

Questo atto di accostamento di più essenze non è matematica, qui 1+1 non farà mai 2; è, come si diceva, un atto di creazione di un qualcosa che prima non esisteva se non nelle potenzialità dei suoi fattori scomposti; è trovare il punto di equilibrio per esaltare al massimo le caratteristiche di aroma e sapore dei singoli componenti: è come quando da due colori primari nasce un colore nuovo, che non c’era prima e che vivrà una vita propria.

L’esperienza comincia con quattro boccette contenenti oli di cultivar provenienti da Italia, Spagna e Grecia; per ogni boccetta abbiamo un bicchiere, dove versare una piccola quantità di olio per procedere alla degustazione.

Dopo aver scaldato il bicchiere con il palmo della mano mentre con l’altra lo copriamo (questo serve a liberare tutte le sfumature di profumo), si procede con l’analisi olfattiva, durante la quale bisogna inalare piano e profondamente. In questa fase la sensazione predominante che si percepisce si può riassumere nell’aggettivo “fruttato”.

Poi si prosegue con la degustazione vera e propria: un piccolo sorso dal nostro bicchiere (di solito in vetro scuro per non lasciarsi influenzare dal colore, che nell’olio non ha alcun rapporto con la qualità) e facciamo circolare l’olio in tutta la bocca, facendo entrare aria per far sprigionare gli aromi (momento in cui si producono suoni strani, perché bisogna tenere la mascella chiusa e le labbra semiaperte, ma ci si fa subito l’abitudine!).

Gli attributi positivi che si possono cogliere sono il fruttato, l’amaro e il piccante (i principali), a corollario dei quali c’è una gamma molto ampia di aromi secondari tra cui carciofo, erba tagliata, mandorla, mela, spezie.

La nostra serata da Blend Master si conclude con la creazione del nostro olio privato, ottenuto attraverso il blending dei quattro a disposizione e secondo il proprio gusto personale.

Ora l’uomo assapora, prima attraverso il profumo e poi attraverso il gusto, il nettare che ha davanti, e chiude gli occhi. Immagini che sono emozioni gli si palesano dietro le palpebre.

Adesso è il momento di lasciar andare l’istinto, mitigandolo con l’esperienza. Adesso è il momento della creazione. Adesso l’uomo sorride. Ha compiuto un altro passo del suo cammino sulla ricerca della perfezione.

Perché è come sempre l’uomo che crea l’eccellenza.

Enjoy!

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Articolo scritto e redatto da Lorenzo Volpi | Tutti i diritti sono riservati 

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