È una tranquilla serata di inizio estate a Milano ed il vento ci accarezza dal tetto di Milano. Ci troviamo al nuovo ristorante che hanno appena aperto sopra La Triennale, istituzione nazionale ed internazionale per quanto riguarda il design e l’arte moderna.

L’occasione è come sempre preziosa perché abbiamo ricevuto un invito da parte di Appleton Estate, nota azienda del gruppo Campari che produce rum dai sapori unici ed inconfondibili, ad unirci a loro in occasione di una cena speciale nella quale avremo anche la fortuna di degustare una bottiglia di rum quasi unica al mondo e mai aperta in Italia.

Appleton Estate è parte della famiglia Campari da pochi anni ma è un’icona dei migliori rum mondiali dal 1749, periodo in cui ha fondato, in Jamaica, la propria piantagione di canna da zucchero con annessa distilleria. La cura e la passione poste nel processo di produzione caratterizzano fortemente il marchio che oggi è di fronte ad un rinnovamento che non altera minimamente il gusto autentico e raffinato ma che, semplicemente, ne restaura il design ed il nome.

Ecco quindi che la bottiglia, la cui forma viene mantenuta per fornire al consumatore un senso di abitudine, viene dominata da un tappo personalizzato dalla firma della Master Blender Joy Spence (peraltro presente con noi all’evento). La cartuccia perde il nome del prodotto che viene spostato sull’etichetta principale in modo da renderlo ancora più evidente. In ultimo il logo è stato aggiornato ed arricchito per ricordare le terre di origine di un prodotto così unico “Crafted in the heart of Jamaica”.

Dal rinnovamento del naming nascono così Appleton Estate Signature Blend, il nome che contraddistingue il precedente Appleton Estate V/X, Appleton Estate Reserve Blend, che identifica il classico Appleton Estate Reserve, e Appleton Estate Rare Blend 12 Year Old, in sostituzione di Appleton Estate Extra 12 Year Old.

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L’aria tropicale e la terra selvaggia sono i profumi ed i sapori che hanno accompagnato l’intera esperienza in una escalation di emozioni iniziata con dei cocktail leggeri che ci hanno permesso di arrivare alla cena per atterrare poi alla vera esperienza sensoriale: una degustazione di Appleton Estate invecchiato 50 anni.

I cocktail sono oggettivamente interessanti e tra tutti il mio preferito è stato sicuramente il Jamaican Mule, una combinazione di Appleton Estate Signature Blend Rum, succo di lime, top ginger beer e ghiaccio a cubi servito con una grattugiata di pimento giamaicano che conferisce al prodotto finale l’esuberanza e la vivacità tipica del popolo giamaicano.

Dopo una cena interessante arriviamo all’esperienza unica ovvero la degustazione di una rarissima bottiglia di Appleton Estate 50 Years Old Jamaica Rum, un prodotto che mai era stato aperto in Italia e che ci viene spiegato dalla Master Blender Joy Spence.

Una volta versato nel bicchiere il rum si presenta di un colore rame scuro e al movimento lascia una pellicola spessa sulla parte interna del bicchiere. Ho abbandonato il prodotto a decantare per circa 10 minuti anche perché ha trascorso i suoi ultimi cinquant’anni chiuso in una bottiglia. All’olfatto si presenta importante, con un forte odore di quercia e buccia d’arancia che lascia intendere anche profumi di spezie quali noce moscata e forse cannella. Una volta inserito in bocca risulta sorprendentemente morbido e le spezie che avevo vagamente identificato all’olfatto si concretizzano nella mia bocca, accompagnate da un piacevole sapore di buccia d’arancia. La discesa del rum lungo la gola mi porta gli evidenti sapori della scorza d’arancia e della cannella che taglio con una fragola imbevuta di cioccolato. Purtroppo non c’è spazio per un bis.

Che esperienza… la ripeterò con un Appleton Estate Rare Blend 12 Year Old, una bottiglia meno importante ma sicuramente più alla portata delle nostre tasche.

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