FIno al 2 novembre 2025 il MUDEC – Museo delle Culture di Milano ospita Borrowed Light, la prima mostra personale in Italia dell’artista indiana Rohini Devasher, vincitrice del premio internazionale “Artist of the Year” 2024 promosso da Deutsche Bank. Un appuntamento imperdibile per chi ama l’arte contemporanea, le contaminazioni interdisciplinari e le riflessioni che uniscono filosofia, scienza e cultura visiva.

Per il quarto anno consecutivo il premio Artist of the Year approda al MUDEC, grazie alla collaborazione tra Deutsche Bank e 24 ORE Cultura, iniziata nel 2022. Un legame che si consolida di anno in anno, con l’obiettivo comune di avvicinare un pubblico sempre più ampio ai linguaggi del presente, attraverso mostre e attività pensate per diverse generazioni.

Curata da Britta Färber, Global Head of Art & Culture di Deutsche Bank, Borrowed Light non è solo una mostra: è un viaggio nella visione unica di un’artista che ha saputo intrecciare l’osservazione del cielo con i temi della conoscenza, della percezione e del tempo.

Nata a Nuova Delhi nel 1978, Rohini Devasher è la prima artista indiana a ricevere il prestigioso riconoscimento “Artist of the Year”. La sua pratica unisce arte, astronomia e filosofia, esplorando il rapporto tra la nostra esperienza culturale e l’universo che ci circonda. Astronoma amatoriale, Devasher collabora con osservatori internazionali, fisici e istituzioni scientifiche, portando avanti una ricerca che si è recentemente arricchita di residenze al CERN di Ginevra e all’International Centre for Theoretical Sciences di Bangalore. Il suo lavoro nasce da una domanda semplice ma universale: come osserviamo il cielo e cosa ci restituisce questa esperienza?

.

Il titolo della mostra prende ispirazione da un concetto architettonico: la “luce presa in prestito”, riflessa da uno spazio all’altro. Un’immagine che diventa metafora della ricerca di Devasher, capace di interrogare temi come impermanenza, tempo e trasmissione culturale.

Attraverso installazioni, immagini e narrazioni, l’artista invita i visitatori a riflettere su come ogni osservazione sia sempre situata: influenzata dal contesto geografico, linguistico e ideologico di chi guarda. La luce, in questo percorso, è più di un fenomeno fisico: è memoria, eredità, riflesso di storie e culture che ci illuminano da lontano.