Disclaimer: Questo post non nasce come guida o itinerario di cose da vedere assolutamente in Giappone, ma vuole essere un punto di partenza per chi non ha mai visitato questo Paese affascinante e ricco di sorprese. Buona lettura!
Tra la miriade di aneddoti e curiosità che potrei scrivere, essendo il Giappone un Paese molto diverso dal nostro, sia culturalmente che tradizionalmente, queste sono quelle che più mi sono rimaste impresse e che difficilmente dimenticherò.
OMBRELLI
Per i giapponesi uscire di casa e non avere a portata di mano un ombrello è impensabile. A maggior ragione se non piove, la maggior parte degli ombrelli venduti in Giappone sono creati con filtro anti UV, in modo da proteggersi dal sole e mantenere la carnagione chiarissima. Oltre agli ombrelli utilizzano altri accessori, come maniche aggiuntive da mettere con le t-shirt, ma non approfondirei oltre. Ce ne sono davvero di tutti i tipi e loro impazziscono per i gadget come le custodie antigoccia da riporre in borsetta. Curiosità: all’ingresso di alcuni negozi, hotel e Onsen troverete degli ombrelli trasparenti, etichettati in modo scrupoloso ma a disposizione di tutti in casi di pioggia. Eccone una prova!
PERSONAL CARE
Le giapponesi, non si sa per quale astruso motivo, indossano le scarpe di almeno 1 o addirittura 2 misure più grandi, sempre. Negli hotel, guest house e nei ryokan tradizionali, è tipico trovare pigiami in stile giapponese, yukata o camice da notte, ciabattine e spazzolini monouso e uno spray per rinfrescare gli abiti. Oltre a tutto ciò troverete anche degli ottimi prodotti per l’igiene personale, shampoo, balsami per capelli paradisiaci. In tutti gli esercizi commerciali, ristoranti, locali, hotel mettono il resto sempre in un piattino e se lo porgono sempre con entrambe le mani. Nei templi e in alcuni ristoranti vi sarà chiesto di togliere le scarpe, per passeggiare sul tatami, il tradizionale pavimento costruito con telaio di legno e rivestito da paglia intrecciata.
IN THE CITY
Più un posto è affollato, più regna il silenzio. Quando vi capiterà di salire su un treno proiettile, detto shinkansen, fate caso ai controllori, che ad ogni carrozza faranno un inchino verso i passeggeri. Sul treno poi è possibile ruotare la direzione dei sedili, oltre che ordinare e gustarsi del cibo acquistabile a bordo. Tutto funziona con una rigidità e una puntualità impressionante. I giapponesi amano l’ordine e le file, vi metterete in fila per ogni cosa: dallo scendere dal bus, mentre aspettate la metro o attraversate la strada. Sono molto cordiali e disponibili, se chiedete loro indicazioni su un determinato punto di interesse o una fermata del bus nelle vicinanze, anziché indicarvi la direzione vi ci accompagneranno di persona! I loro semafori quando siete in attesa ricordano il cinguettio degli uccelli e durano quanto la caccia alla volpe. Fate molta attenzione alle direzioni segnate a terra per salire e scendere le scale, c’è un senso di marcia ben preciso. Nelle stazioni c’è sempre un susseguirsi di annunci e canzoncine stile carillon o videogames indimenticabili! Per la città c’è una moltitudine di distrubutori automatici di bevande e di konbini (convenience store o minimarket) aperti 24/24h ma trovare un cestino nelle aree pubbliche è praticamente impossibile e la cosa sorprendente è che tutto intorno è incredibilmente pulito, ovunque. Anche nei bagni pubblici, dove in quelli femminili c’è anche un seggiolino per il bambino, geniale.
TIPS
In Giappone le persone ringraziano sempre e prima di tutto, con un inchino o con gli occhi. Hanno tante leggende e tradizioni, tutto è efficiente, nulla è lasciato al caso e ci si può fidare di tutti perché al 99% non c’è mai fregatura.
Quando vi troverete davanti a un tempio in Giappone, ricordatevi di buttare una monetina e pescare un omikuji, un oracolo sotto la forma di bigliettino che contiene una previsione sul futuro di chi lo pesca. Tradizione vuole che la predizione divina possa essere positiva quanto negativa, e in questa eventualità basterà lasciare il bigliettino annodato a una griglia del tempio oppure su un ramo di pino, in modo che la sfortuna rimanga lì e non sia legata alla persona.
Se un oggetto può provocare dentro noi stessi una sensazione di serena malinconia, allora si può dire che quell’oggetto è wabi-sabi. Il giapponese ha delle parole intraducibili letteralmente in italiano, che possono solo essere chiarite con delle spiegazioni un po’ articolate per questo vi lascio con un:
Arigatō gozaimashita
Articolo scritto e redatto da SARA PARMIGIANI | Tutti i diritti sono riservati