Dal latino vindemia, che nulla con la moda ha a che vedere, vintage nel mondo fashion ha ovviamente una sfaccettatura diversa anche se, dopo l’illuminazione da Treccani, beh, non mi è chiaro il nesso con la vendemmia.
Soho è famosa per i suoi negozietti vintage, numerose sono le fiere in tutto il mondo. Numerosi sono gli appassionati.
Inevitabili le domande più frequenti dei non addict: Che gusto c’è nell’indossare una cosa usata? Perché desiderare una borsa prodotta mille anni fa? Perché comprarsi un abito vecchio? – E sentire dire vecchio, onestamente, mi fa rabbrividire -. Inevitabili anche le osservazioni come: Potrei capire un pezzo di design, dei complementi d’arredo, ma abbigliamento e dintorni no dai. Ma di banale usato non si tratta. Creazioni che hanno segnato profondamente lo stile di un’epoca, di questo si tratta. Hanno definito uno stile in un dato tempo diventando iconici per antonomasia.
Gli oggetti raccontano storie, siano questi sofisticati pezzi di design, haute couture o chiodi scovati in un qualche negozietto londinese, magari da One of a Kind, o da Mamie a Parigi. Non tutti subiscono il fascino del vintage, della ricerca in piccoli angoli di città di pezzi interessanti, che qualcosa hanno da dire e che parlano attraverso noi, quando, entusiasti, decidiamo di indossarli. Pezzi unici e proprio per questo speciali. I più si avvicinano tramite collezioni dal gusto retrò. Prada. Chanel. Per i pochi. Per i più, senza arrivare a grandi nomi – che di favoloso hanno anche i prezzi – la ricerca e la proposta di un gusto retrò si presenta in collezioni decisamente più low cost.
L’allure retrò dei capi proposti oggi non ha però nulla a che vedere con un capo vintage, uno di quelli scovati tra mille altre cianfrusaglie, di un materiale non più editato, dalle linee non più contemporanee. E che hai solo tu. Da mischiare, cambiare, rieditare. Tra un abitino di Zara e una satchel bag firmata Comme Des Garcons. Mille volte si al vintage. Alla mania del vintage. Alla continua ricerca di pezzi vintage. E si, senza indugio dico si anche alle collezioni contemporanee dal gusto retrò.
(Credits: Tumblr)
Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati