Sono passati sedici anni dall’ultimo trionfo italiano alla Grande Boucle, ovvero il Tour de France, sicuramente la più importante corsa a tappe nel circuito del ciclismo professionistico.

Era il 1998, quando un ragazzo di Cesenatico, di nome Marco Pantani, riuscì a conquistare la prestigiosa corsa, vestendo la maglia gialla, simbolo del leader di classifica, sui Campi Elisi con la bandiera italiana sventolante nei cieli francesi.

Pantani Tour 1998

Le emozioni che seppe far vivere, ad appassionati e non, durante quella competizione rimarranno incancellabili nella memoria storica di questo sport.

E’ proprio il legame tra il compianto Pantani e Nibali, allora poco più che ragazzino, che rende ancora più caratteristica la vittoria dell’enfant prodige Vincenzo. Nibali ha infatti ricevuto, prime della partenza per il Tour, la maglia gialla indossata da Pantani nel 1994.

E’ stata direttamente la mamma di Marco ad esprimere questo desiderio ed a compiere il gesto, mossa da una sensazione positiva letta nello sguardo di questo ragazzo.

Nibali era consapevole sin dall’inizio della competizione di avere una grossa chance per dare l’assalto ad un trono che mancava ormai da troppo tempo in casa Italia.

Da qui la decisione di non partecipare al Giro d’Italia 2014, per concentrarsi esclusivamente sull’obiettivo transalpino.

Alle sue spalle, ai nastri di partenza, Vincenzo, soprannominato ‘Lo Squalo’, poteva contare su una squadra forte e di esperienza, l’Astana, che lo ha eletto a capitano, nonché uomo di punta.

Sulla carta, però, i favoriti per la vittoria finale della competizione erano altri: tra questi sicuramente spiccavano i nomi di Froome, vincitore del Tour 2013, e Contador, l’erede di Miguel Indurain.

Ma Vincenzo sin dalle prime tappe ha dimostrato di volere dettare legge in questa competizione, conquistando la maglia Gialla già alla seconda tappa.

La sorte, se così si tratta, ha visto l’autoeliminazione dei due contendenti sopra citati, ritirati dalla corsa per due brutte cadute, con fratture annesse.

Trovo in questo caso poco corretto parlare di sorte, perché le cadute, benché siano parte integrante del duro mestiere, possono essere evitate mantenendo sempre una posizione avanzata nel gruppo, garantendosi la protezione della propria squadra. Questa tattica, insieme ad una condizione fisica strepitosa e una grande intelligenza di lettura della corsa, hanno consentito a Nibali di guadagnare in ogni tappa margine nei confronti dei suoi avversari.

Nibali Vittoria tappa

La completezza dello ‘Squalo’, sia nella specialità della Cronometro, sia nelle tappe di montagna, alpine e pirenaiche, hanno portato Nibali a versare le lacrime più belle, nella sua carriera di corridore.

Nibali - Trionfo Tour de France 201

Nonostante le defezioni di cui sopra, credo che Nibali avesse nelle gambe quel quid in più dei suoi ‘sfortunati’ rivali, che non hanno potuto tagliare il traguardo di Parigi.

Vincenzo il siciliano, Marco il romagnolo. Due caratteri diversi, due vite diverse accomunate da una grande dedizione per uno degli sport più duri esistenti. Entrambi hanno innalzato la bandiera italiana su uno dei palcoscenici internazionali più importanti. Ma soprattutto hanno fatto battere forte i cuori di milioni di italiani, che hanno ritrovato la passione in uno sport, a volte troppo connesso e bistrattato per le questioni legate ai casi di doping.

Nibali - Coppa Tour

Ma ora, davanti a questa impresa, c’è solo da complimentarsi con un ragazzo di 30 anni, nel pieno della sua carriera, che ha raggiunto un obiettivo formidabile. Ora per avvicinarsi ancora di più a Pantani, sarà necessario vincere nello stesso anno Giro d’Italia e Tour de France.

Sarà il 2015 l’anno giusto? Lo speriamo di cuore.

 

Credits: AP Photo

Articolo scritto e redatto da Luca Gandini | Tutti i diritti sono riservati

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