Il 4 agosto è il mio compleanno.
Non festeggio il compleanno da anni, come se fosse un giorno da far passare in sordina, senza troppe parole, senza le candeline ed i nastri colorati, senza la torta e gli auguri diffusi. Non so perchè questa scelta, o forse sì. Anzi, sì: non ho più i nonni. Non li ho da tempo ma la memoria è sempre viva e il dolore del silenzio a volte rimbomba dentro come non mai.
Non li ho più e con loro se ne è andata la voglia di suonare il pianoforte, aprire le uova di Pasqua, sedere sulla poltrona di camera mia e festeggiare gli anni. Sembra sciocco. Forse lo è. Forse c’era bisogno di una nuova famiglia per riprendere a fare una di queste cose abbandonate nella memoria della mia persona. Forse dovevo superare la cifra tonda dei 30 e lasciarmi andare senza pensare, come quando ti butti con il paracadute o nella quotidianità di una vita che, a volte, ti va troppo stretta. Forse dovevo incontrare persone meravigliose, in grado di aprire la finestra chiusa e far entrare la luce del mattino, quella bianchissima e forte che ti fa socchiudere gli occhi in attesa che si abituino alla luminosità. Forse dovevo inciampare e rialzarmi, voltare pagina ed iniziare a scriverne una nuova, piangere per poi sorridere con le guance ancora umide. Darmi tempo e rendermi conto che i giorni erano passati.
Oggi ho annunciato il mio compleanno, ufficialmente, senza nascondermi dietro agli impegni, al lavoro ed alle mail. Ho iniziato la giornata con la voglia di condividere il mio giorno speciale con le persone che mi seguono, che mi conoscono, che mi stanno vicine ogni giorno. E il mio risveglio dal letargo emotivo è stato accolto con una quantità di abbracci, auguri e parole meravigliose che ho pianto, di gioia.
E dato che siete stati tanti vi ringrazio tutti qui, tutti insieme, perchè i sorrisi che siete riusciti a regalarmi sono stati inaspettati e leggeri come una boccata di aria fresca che spalanca la finestra socchiusa ed inonda la stanza di felicità. Come i brividi sulla pelle in quelle sere d’estate durante le quali vorresti solo sedere in mezzo alle cicale e restare in silenzio ad osservare le lucciole che rendono scintillante l’aria. Come le notti sul pontile ad osservare le barche che cindolano nell’acqua con movimenti lenti e morbidi. Come quei cieli pazzeschi con cui Milano sa lasciarmi senza fiato. Come papà che sa dirmi sempre la cosa giusta nel momento sbagliato, ma di cui ho imparato a fare tesoro. Come gli abbracci che hanno più sapore della torta al lampone e ti smuovono dentro fino al cuore. Come i baci dati, presi, rubati, sussurrati mentre le braccia volano al collo e le labbra sorridono. Come le abitudini che si mescolano alle novità rendendo la vita sempre più bella. Come l’essere ottimisti senza dimenticare la realtà. Come le briciole di cioccolato del biscotti che si spargono sul tavolo e ti fanno sentire a casa. Come il mare sempre nuovo e sempre lui, che ti aspetta per guardarti e farsi guardare. Come la bicicletta abbandonata in garage che è sempre pronta per attraversare la Villa Araba portandoti fino al paese dopo. Come i litigi che ti aiutano a diventare grande e non sbagliare più. Come le rocce spigolose su cui ti sei seduta mille volte e con mille persone diverse. Come le partenze saltate per restare a casa a coccolarsi con coperta e film. Come i minuti che riempono la giornata di meraviglia. Come i viaggi e le parole. Come la capacità di ascoltare e capire, un pochino ogni giorno di più. Come le canzoni che ripetiamo in loop fino a che non memorizziamo tutte le parole facendole nostre. Come i doveri che ci fanno apprezzare di più i piaceri che si celano davanti a noi quando meno ce li aspettiamo. Come le amiche che senza saperlo ti regalano il tuo fiore preferito e te lo fanno trovare sulla scrivania. Come i messaggi pieni di amore, le faccine che ti lasciano intendere, il visualizza e rispondi. Come il profumo del caffè la mattina con il buongiorno.
Come voi che siete riusciti a farmi tornare la voglia di festeggiare il primo giorno che ho visto la vita con i miei occhi
Chi vuole un pezzo di torta?
Credits Tumblr