Una vecchia quanto indelebile canzone napoletana, “Caravan Petrol”, ne aveva già esaltato l’esoticità fascinosa cui si aggiungono immagini mentali romanzesche e passionali che l’hanno visto fulcro: il turbante. Leggenda vuole sia ispirato al tulipano e, in turco, il fiore è chiamato tullband che significa appunto copricapo, turbante, proprio in virtù della sua forma; durante il regno di Solimano il Magnifico conobbe una forte popolarità, tanto che in Turchia, nel corso del XVI secolo, furono creati diversi cultivar, molti dei quali giunti fino ai giorni nostri. E’ tornato di gran moda, senza ombra di dubbio, e sulle passerelle di Gucci, Prada, Anna Sui, Moschino, Missoni, Dolce&Gabbana, Armani ha catalizzato l’attenzione degli astanti, così come è accaduto nei front-row tra le cui sedute si sono visti spuntare copricapi dai materiali e dalle fogge eterogenee, tutte con un comun denominatore: l’eleganza. Il turbante, infatti, enfatizza outfit di per sé già eccellenti. E quello fa questo accessorio, accresce fascino ad una mise qualsiasi, incornicia il volto perché, in forme e materiali e proporzioni diverse, dona proprio a tutte!
A Milano c’è chi però ha anticipato la tendenza ora in voga e, partendo dal vintage, dal riciclo che fa bene all’anima, è poi approdato alla creazione di turbanti : alcuni centimetri di stoffa, forse qualche metro riescono a diventare in mani esperte qualcosa che giova al cuore. SineModus è un indirizzo ormai conosciuto sotto la Madunina e la boutique di via Thaon de Ravel è diventata un’isola felicissima nell’Isola meneghina. Incontro Chiara Mandetta, il volto social di un trio che è ciò di cui il Made in Italy avrebbe bisogno: creatività, competenza e coraggio. Tra un caffè e una fetta di torta, ci siamo conosciuti e lei mi ha raccontato tutto. Difficoltà. Scoraggiamento. Felicità.
Lascio questa donna del Sud soddisfatto parecchio, umanamente poi, con la speranza che l’Italia diventi sinceramente meritocratica perché talenti freschi ce ne sono. Ciò che mi ha colpito maggiormente sono il cuore e la passione in quei turbanti, quell’empatia di cui la Donna conserva le chiavi, e che ha permesso alle ragazze di SineModus, un latinorum manzoniano che ne sottoscrive la voglia di rifare le regole del fare impresa, di confrontarsi con il dolore di altre donne che i loro turbanti li hanno indossati, per evitare una parrucca, per vestire il tumore.
La Moda è bella perché, al di fuori del circo mediatico, dei lustrini e delle paillettes, è un viatico emozionale che avvicina perché adotta un linguaggio silenzioso, quello della passione, dell’anima.
Articolo scritto e redatto da Ciro Sabatino| Tutti i diritti sono riservati