Poliedrica ed energica, una donna con la D maiuscola che non teme viaggi, profumi e sperimentazioni. Sempre pronta a tirare fuori la pentola ed accendere il fuoco ma anche a scoprire e mettersi in gioco con i sapori delle terre che esplora. Sandra è così ed è impossibile non notare la sua grinta e professionalità, nel lavoro come nello svago. L’abbiamo intervistata a cavallo fra il travel e il food e ne è venuto fuori un ritratto interessante e coinvolgente! Buona lettura
Toro ascendente gemelli, un’età che strizza l’occhio ai 50 anni ottimamente celati e un blog che ha compiuto i 10 anni. Come definiresti la Sandra di oggi, in cosa ti senti rappresentata e cosa davvero non senti più tuo?
Dopo 10 anni di blog credo che ora la cosa che mi rappresenti di più siano i viaggi gastronomici, raccontare attraverso il blog e la mia nuova pagina Culinary Heritage ciò che di buono e bello c’è nel mondo. La Sandra di oggi (come quella di ieri) resta una persona molto curiosa, amante delle cose semplici, Less is more è il mio moto.
Torino è la tua città della vita, del cuore, del lavoro. Si può dire che è tua in tutti i sensi. Ma se non fossi qui dove vorresti vivere spostando cuore e lavoro e perché?
Torino per sempre, ma anche Parigi per la sua aria fuori dal tempo, New York che è una città che mi elettrizza ogni volta che la visito e che amo per il cibo, un macro cosmo di culture e sapori. E se dovessi scegliere un’isola senza alcun dubbio Mauritius, per il suo essere unica e incredibilmente bella, per il suo popolo sorridente e per la sua gastronomia.
Si parla sempre di web, di ricette, di nuovi lavori che prendono forma con i mezzi di comunicazione che prendono il sopravvento. Come ti sei re-inventata nel corso degli anni e come vedi oggi il lavoro della tua quotidianità?
Negli anni il lavoro è cambiato molto. Ho iniziato con il blog e la cucina a domicilio a Torino. Da qualche anno mi occupo di consulenze alle aziende, piccoli e medi produttori, agenzie di comunicazione, sviluppando progetti editoriali molto stimolanti. Da quasi 4 anni mi occupo della comunicazione social per un’azienda di food che amo molto e che seguo da tempo: è bello partecipare attivamente ai nuovi progetti e costruirne insieme è una cosa che mi riempie di gioia.
Libri e carta stampata. Come è il tuo rapporto con la carta da sfogliare e quale quello virtuale con e-book e riviste online? Ti piace? Cosa prediligi e in quali occasioni?
Libri: sono una alla vecchia maniera e mi piace comprare i libri, quelli veri. Come amo le riviste da sfogliare, soprattutto quelle a tema viaggi, food & travel, cucina ma non compro quelle italiane, trovo più stimolanti e con spunti interessanti le riviste straniere, da quelli inglesi e francesi, fino alla americane. Custodisco gelosamente una collezione di Gourmet Magazine e Bon Appetit di 7-8 anni fa. Ebook solo se sono in viaggio, ora con iPhone Plus posso leggere comodamente anche in treno. Con l’età e l’uso di tutti questi aggeggi elettronici la vista da vicino è peggiorata molto 🙂
Ti vediamo sempre con una valigia in mano pronta a scoprire tradizioni e culture differenti. Quale dei tuoi tanti viaggi ti è rimasto più nel cuore e magari rifaresti?
Assolutamente l’Australia. Era già nel mio cuore di bambina, poi da grande le letture di Bruce Chatwin e il sogno che si realizza nel 2014, con il mio primo viaggio in Australia: solo una settimana, che mi è bastata per farmi innamorare.
Sempre viaggi ma nella to do list. Quale luogo, città o territorio hai sempre desiderato vedere con i tuoi occhi ma non sono ancora capitati l’occasione e il momento giusto per farlo?
I luoghi che mancano all’appello sono tanti, davvero troppi. Mi piacerebbe andare in Perù, in Amazzonia, in India e sogno anche la Nuova Zelanda. Chissà che quest’anno non riesca a realizzare uno di questi sogni.
Componente essenziale della tua vita ma soprattutto del tuo lavoro. Gioie e dolori, soddisfazioni e frustrazioni? Raccontaci un po’ il tuo rapporto con il cibo
Ho un bellissimo rapporto con il cibo, sono sempre stata una persona che non si faceva problemi a mangiare qualsiasi cosa, anche da bambina. Non sono una carnivora, anzi se devo dirla tutta tendo più ad essere vegetariana, per il mio amore viscerale con ortaggi, verdure e legumi. La carne la mangiamo poco, siamo quello che si dice ora reducetariani. Per qualche problema devo limitare alcuni alimenti, non è facile ma ci sto provando. E ogni tanto un piccolo sgarro me lo concedo. E mi piace il buon vino, senza esagerare ovviamente
Un tocco di zenzero. Un nome che lascia poco all’immaginazione, ma da dove nasce questa vocazione/dedizione verso lo zenzero?
In realtà il nome nasce da un bellissimo film di un regista greco del 2003, che in Italia venne intitolato Un tocco di zenzero: era così bello e poetico che quando ho deciso di dare il nome al blog non ci ho pensato due volte. E mi ha portato fortuna!
In cucina tutti hanno un segreto. Svelaci il tuo, o almeno raccontaci qualcosa che può essere considerato come tale
In realtà in cucina non ci sono grandi segreti da svelare: il cuore è la parte che sorregge il tutto. Senza sentimento e amore per quello che fai non c’è possibilità di riuscita. Almeno per me è così e se sono stanca, svogliata o stressata i piatti vengono fuori delle vere e proprie ciofeche. Così ne approfitto e andiamo al ristorante!
Poi bisogna amare le sperimentazioni, osare, usare spezie anche nei piatti tradizionali per stravolgere le convenzioni e far tremare Artusi, Beh, ci sta anche quello ogni tanto.
Quale è la domanda che avresti voluto ti fosse stata fatta e cosa avresti risposto?
Cosa vorresti fare da grande? Continuare a fare quello che amo, il mio lavoro.