Parigi non dorme, non avrebbe potuto sapendo che Saint Laurent per la Primavera 2018 avrebbe sfilato proprio lì, nella cartolina per eccellenza, nell’immagine più turistica della Ville Lumière, a pochi passi dalla vertigine della Tour Eiffel.

Durante la settimana della moda francese, lo show ideato da Anthony Vaccarello è stato contemporaneamente passato e futuro, celebrazione e azzardo di una griffe che sempre si è nutrita della grandeur parigina: la morte di Pierre Bergè ha lasciato un solco profondo nel quale lo stilista ha impiantato un seme speranzoso per equilibrare il presente e segnare così una nuova strada per il domani.

La torre svettava alle spalle della passerella allestita al Trocadéro e l’illuminazione forte, ferrea, da stadio ha contrastato il riverbero e lo sfavillio sognante del gigante; dagli spalti il pubblico ha potuto assistere a una celebrazione ed esaltazione di genialità e classicità, a 91 abiti che hanno formato un percorso ascensionale, partendo dal basso: le gambe diventano centro di attenzione, focus lussurioso, nuovo feticcio. Cuissards di pelliccia bianca o nera, ingombranti e leggeri hanno avvolto le modelle fino ai polpacci regalando alla figura umana una nuova concezione di proporzione nell’inversione tutta spirituale della geometria tradizionale in cui il vertice è posto in basso; sandali sottili, ornati di piume hanno scoperto ancora di più la nudità delle gambe conferendo lievità diafana al passo marziale.

Il giorno è alternarsi di short decorati e bluse leggere, colori militari e sfumature velate, cipriate che fluttuano, obbediscono al vento; pochi tocchi di luce si dipanano dai lobi da cui orecchini lunghi e metallici si lanciano nel vuoto e seguono la sinusoide delle pieghe degli outfit. Giacche tradizionali acquistano nuovo vigore nelle fantasie lucide, interstellari ma è il nero a dominare la palette e il monocromatismo scolpisce minidress di pelle o di materiale leggero, incorpora cinture corazzate dorate o di bronzo; qualche volta insorge il bianco, lattiginoso e si insinua nei top a crochet, sfida il nero alleandosi con trasparenze seducenti.

E’ la sera il momento in cui esplode il capovolgimento delle tradizioni e sulla vita, sulle clavicole spuntano soffi incorporei di piume che attorniano il corpo, lo circondano e lo inglobano, ascendono obliquamente per sollevare e alleggerire strutture portanti, vere testimonianze di quanto studio ci possa essere dietro un semplice abito: la geometria è stravolta e Saint Laurent propone forme quasi sferiche, lucide; la giacca si accende nel nero e guizza nella riproposizione del motivo animalier, tanto amato da Yves che sicuramente avrebbe applaudito a questa pagina antologica.

                                       Articolo scritto e redatto da Ciro Sabatino| Tutti i diritti sono riservati

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