Marzo, oltre ad essere il mese pazzerello del famoso proverbio, è anche il mese che porta con sé numerose novità nei palinsesti televisivi d’oltreoceano.
Il mio calendario telefilmico in questo periodo risulta straordinariamente rimpolpato, proprio perché sono molte le serie che finalmente riprendono dopo uno hiatus di quasi un anno.  Accanto alle nuove stagioni di telefilm già avviati negli anni precedenti, quest’anno ho concesso una chance a due assolute novità, che sono andate ad aggiungersi alla lista delle serie da seguire.

La prima di cui vorrei parlarvi  è Crisis, trasmessa sulla rete statunitense NBC a partire dal 16 marzo.

Il tema è abbastanza un classico del genere action-thriller: un’intera classe di ragazzi in gita scolastica viene rapita da un gruppo di terroristi. La particolarità è che non si tratta di ragazzini qualunque, bensì dei figli degli uomini più influenti e potenti della città di Washington, tra cui nientemeno che il figlio del presidente degli Stati Uniti. Come è facile immaginare questo evento porta allo scatenarsi  una vera e propria crisi a livello nazionale e tutti i genitori coinvolti si troveranno di fronte a scelte tutt’altro che facili per poter  riabbracciare i propri figli, consapevoli che ogni azione da loro intrapresa potrebbe avere ricadute non solo sulla loro famiglia ma anche sull’intero paese.

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Sarò onesta: avevo visto il trailer di presentazione della serie senza rimanerne particolarmente impressionata. Ciò che mi incuriosiva davvero era la presenza di Gillian Anderson, che  mi aveva colpito per la sua bravura in The Fall, mentre i più forse la conosceranno per il ruolo di Dana Scully in X-Files e per far parte del cast di Hannibal.
Mi ero approcciata al pilot della serie con aspettative piuttosto basse dunque, ma devo ammettere che i primi 40 minuti  mi hanno fatto ricredere. Il primo episodio è denso di colpi di scena e tiene ben desta l’attenzione. Vengono gettate le basi della storia, scoperti i primi scheletri nell’armadio di alcuni dei protagonisti e si iniziano ad indagare gli intricati rapporti che legano alcuni dei personaggi, sia all’interno della vasta abitazione in cui i ragazzi sono condotti, sia all’esterno, tra gli adulti che si prodigano per salvare i loro figli.

A catturare l’attenzione è soprattutto il rapporto tra Meg Fitch (Gillian Anderson appunto), amministratore delegato di una potentissima multinazionale e Susie Dunn (Rachel Taylor) agente dell’FBI che segue il caso del rapimento. Le due donne sono sorelle, ma oltre ad essere legate da un forte segreto, hanno anche un legame intricato e complicato.
Per ora sono stati trasmessi solo 3 episodi e non so proprio prevedere che direzione prenderà l’intera vicenda. Gli ascolti registrati non sono stati altissimi, tant’è che possiamo collocare Crisis tra le serie a rischio cancellazione.  A prescindere da questo aspetto, il mio augurio è che la serie si mantenga su questi ritmi senza cadere eccessivamente nell’improbabile dato che alcune situazioni in particolare possono apparire un tantino inverosimili. Ma per ora non me la sentirei di dare un giudizio negativo, anche perché in questi tre episodi ha saputo destreggiarsi agevolmente e creare la giusta curiosità come ogni serie agli esordi dovrebbe fare.

Crisis2

La seconda serie che mi ha colpita è Resurrection, in onda sulla ABC dal 9 marzo.

Se Crisis è molto giocata sull’azione, qui ci spostiamo in un campo totalmente diverso. E’ un drama che parte da un interrogativo provocatorio: “cosa accadrebbe se qualcuno che hai perso dovesse tornare?”. Esatto, il Resurrection del titolo significa proprio questo: resurrezione dalla morte. Scartata dunque l’azione, i ritmi più lenti e introspettivi ci accompagnano ad esplorare le vicende degli abitanti di Arcadia, nel Missouri, dove ad un certo punto, persone morte anni prima, fanno il loro ritorno, apparentemente sane e non invecchiate di un giorno. Ma se questo vi porta a pensare che potrebbe trattarsi di una storia a lieto fine vi sbagliate di grosso.

Resurrection 1

Avevo visto il trailer di presentazione quasi un anno fa ormai e avevo da subito deciso che una serie con premesse di questo tipo non potevo assolutamente perdermela. Le mie aspettative sono state pienamente ripagate da un pilot che mi ha subito conquistata, come non mi accadeva ormai da tempo. Pur amando molto l’azione, ho sviluppato una netta predilezione per i ritmi più lenti, giocati sull’introspezione e i sentimenti e questa serie si adatta abbastanza bene a questo tipo di atmosfere. Molto interessante sarà capire come è possibile che queste persone siano improvvisamente riapparse in questa tranquilla cittadina e soprattutto perché. Il potenziale di questa serie è veramente molto alto e la mia speranza è che venga sfruttato a 360° per non cadere nello scontato e nel “già visto”.
Resurrection ha avuto un ottimo successo all’esordio, registrando ascolti molto alti per il primo episodio, a dimostrazione che l’attesa per questa nuova serie era tanta.
Anche qui ora sarà interessante vedere la piega che prenderà la vicenda e soprattutto cosa si nasconde dietro queste misteriose “resurrezioni”. Per ora i quattro episodi trasmessi non mi hanno delusa, anche se devo ammettere che sto ancora aspettando la svolta eclatante, quella capace di tenermi incollata allo schermo a chiedermi cosa possa esserci dietro ad una storia così impressionante e particolare. Forse avrei collocato un cambiamento di ritmo già in questi primi episodi, giusto per aggiungere un po’ più di elementi utili a tenere desta l’attenzione anche dopo l’esaurirsi del ‘fattore novità’, ma attendo fiduciosa proprio perché le premesse sono molto positive.

Resurrection 2

Per concludere, si tratta di due serie in apparenza molto diverse, ma credo che siano individuabili anche alcuni spunti comuni, che rendono più interessanti e più forti entrambe le vicende: le relazioni familiari, le tensioni che si creano tra i vari personaggi e i segreti che necessariamente alcuni di loro nascondono.
Sono entrambe delle serie che, se continuano a sfruttare questo tipo di tematiche e situazioni e allo stesso tempo costruire interrogativi e regalare colpi di scena, possono fare molto bene.
Con una partenza così convincente sarebbe davvero un peccato far ricredere gli spettatori, quindi incrociamo le dita e continuiamo a seguirle in attesa di sviluppi.

 

 Articolo scritto e redatto da Elisa Saronni | Tutti i diritti sono a lei riservati

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