Milano è una città viva sotto la sua superficie apparente di fredda insensibilità. È una città che ama farsi scoprire, non è mai sguaiata e, anzi, mette nel suo misterioso fascino tutto il suo sex appeal. Milano è una città fatta di luoghi d’arte diffusa più che di singoli monumenti grandiosi, di concetti più che di materia. Le mostre d’arte vi abbondano, ma devono essere scoperte, cercate, senza aspettare che siano esse a venire a cercarvi. In questo panorama un ruolo fondamentale è svolto dai grandi hotel che mettono a disposizione i loro spazi per allestire mostre più o meno temporanee che impreziosiscono le loro hall e danno la possibilità ai milanesi curiosi di vivere esperienze culturali fuori dai soliti schemi
Un albergo che fin da subito ha associato il proprio nome con il concetto di arte e design è sicuramente l’nhow di via Tortona 35, una nuova formula di hotel di design che si trasforma in galleria d’arte e spazio esperienziale. “Nhow Milano nasce dall’esperienza di NH Hoteles e supera l’immaginario, proponendo una struttura in continuo mutamento e interazione, coniugando comfort e minimalismo, tendenze e architettura contemporanea”. Grazie alla sua posizione baricentrica in occasione del salone del mobile l’hotel viva una settimana di puro fermento in concomitanza con la rassegna, ma poi non si spegne come fanno tanti altri spazi della zona, ma si anima di due mostre di lungo periodo curate dall’Art Director Elisabetta Scantamburlo dedicate ogni volta ad un concetto diverso ed interessante
Settimana scorsa è stata inaugurata “ Going Places ”, nuova mostra che arricchirà gli spazi comuni dell’hotel dal mese di novembre fino al prossimo salone del mobile. In questo caso il concetto alla base della mostra è il viaggio declinato in tutti i suoi aspetti, da quelli più classici che implicano lo spostamento fisico, a quelli più astratti fino alla creazione di mondi in miniatura che collassano il concetto di viaggio in un movimento minimale. Citando dal comunicato: “Il viaggio parte dagli occhi del viaggiatore prima ancora che dal suo primo passo, è carico di attese di avventure e scoperte, che nascondono anche il desiderio più o meno inconsapevole di scoprire qualcosa in più di sé, di vivere un’esperienza che faccia emergere aspetti di noi prima sconosciuti”
Per la mostra sono stati selezionati 11 artisti e 8 designer italiani e stranieri che, tutti col proprio personalissimo approccio, hanno associato la loro produzione artistica al concetto di viaggio. L’arte è un’esperienza personale, intima, che difficilmente si riesce a condividere con un altro essere umano. Ognuno entra in sintonia con un’opera d’arte in maniera diversa dagli altri ed ogni opera d’arte smuove corde diverse all’interno di ognuno di noi. Io ad esempio nell’arte ricerco il segno della fatica (ma sarebbe più corretto il concetto inglese di struggle) durata dall’artista per giungere al compimento dell’opera ed anche il lato più artigianale della creazione
Mi ha difatti molto colpito il lavoro di Alessandro Vianello che ritrae luoghi di passaggio, di movimento, elaborando le fotografie con una tecnica di pittura digitale estremamente impressionistica e d’impatto. Una lavorazione certosina eseguita con pennelli digitali di qualche millimetro al fine di ricreare nell’immagine finale ciò che era nascosto nell’originale, un concetto di spazialità diverso, espanso o collassato, esaltando una direzione di movimento piuttosto che gelando ancora di più i personaggi ripresi. Di grande impatto l’opera dedicata alla stazione centrale di Milano in cui è possibile apprezzare il lavoro millimetrico dell’artista nella ricerca esasperata dell’espressività grafica. L’eliminare le ombre di alcune delle figure presenti le decontestualizza, privandole della loro presenza spaziale, del loro segno sul suolo, rendendolo estemporanee ed esasperando il concetto dell’essere di passaggio
A tutto viaggio sono anche le fotografie di Tommaso Bianchi, ognuna di esse racconta nel suo piccolo, sconfinato mondo una storia, una persona, il viaggio di una vita. Fotografie cariche di emozioni e di significati che regalano allo spettatore un punto di vista privilegiato all’interno del viaggio del fotografo. Ad esse si contrappongono le fotografie di Federico Sanna che nei suoi viaggi è andato invece a ricercare i limiti, le barriere che impediscono al viaggio di proseguire, i fattori limitanti che bloccano la libera circolazione spaziale. Due ricerche diverse e parimenti appassionanti che si sposano perfettamente col concetto alla base della mostra
Nell’insieme gli artisti coinvolti nella mostra sono Tommaso Bianchi, Alessandra Bruno, Mia da Schio Suppiej, Duilio Forte, Mariano Franzetti, Francesco Granducato, Marco Lanzoni, Markus Mueller, Johnny Pixel, Federico Sanna e Alessandro Vianello. Tra i designer, invece, partecipano Colè, Marita & Frida Francescon, Marco Iannicelli, Magis, MOGG, Marcantonio Raimondi Malerba e Seletti
Uno sguardo o per meglio dire più sguardi particolari ed intriganti sul viaggio, a disposizione dei curiosi visitatori fino a marzo all’hotel nhow di Milano, io non mi farei sfuggire l’occasione
Photo courtesy of Hotel nhow Milano
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati