L’attesa dell’esordio della nazionale di calcio italiana nella rassegna iridata è finita. Superate le polemiche sulle convocazioni, spente da un Prandelli autorevole e fermo nelle sue decisioni, sincronizzati gli orologi su un fuso orario che aiuta gli insonni, questa notte il popolo italiano si è riunito, per un processo naturale, con un unico obiettivo: sostenere i propri ragazzi.

L’avversario di turno, l’Inghilterra di Roy Hodgson, è un rivale temibile in quanto ha subito un drastico cambio generazionale che ha portato alla ribalta giovani talenti, già affermati nella Premier League inglese, guidati dai veterani Rooney e Gerrard.

Il palcoscenico della partita è l’Arena da Amazonia di Manaus, dove le condizioni climatiche risultano proibitive anche solo per guardare la partita, figuriamoci per giocarla.

La formazione italiana, priva del suo capitano Gianluigi Buffon per una lieve distorsione alla caviglia, è di quelle che, a prima vista, lasciano perplesso lo spettatore medio.

Sirigu, forte della sua esperienza parigina, in porta, difesa a quattro con i centrali Barzagli e Paletta, e sulle fasce Darmian a destra e Chiellini a sinistra, centrocampo fitto e di qualità con la regia di Pirlo, coadiuvato dal suo erede Verratti e da Marchisio, accompagnati da Candreva e De Rossi, unica punta Balotelli.

Dall’altra parte i leoni di Inghilterra si affidano ad una fase offensiva propensa a sfruttare la velocità delle sue punte tra cui spiccano Sturridge, Sterling, Welbeck ed il sempre temibile Wayne Rooney.

La partita comincia con ritmi elevati, nonostante le condizioni climatiche ed un terreno indecoroso per una rassegna di questo tenore. L’Italia è subito imprecisa nella fase di impostazione, a causa del pressing serrato della squadra di Hodgson. C’è da soffrire, ma non sarebbe la nostra Italia.

L’Inghilterra prima con Sterling, illusione ottica del gol, e poi con Henderson, pronta respinta di Sirigu, testa le coronarie del tifoso italiano.

L’Italia si affida ad una rete di passaggi, apparentemente sterile, che si concludono spesso con lanci per l’isolato Balotelli, che cerca di trovare la rete con un tiro da fuori, alto sopra la traversa.

Paletta, argentino naturalizzato, che ha disputato un’ottima stagione con il Parma, si ritrova in un palcoscenico forse troppo di livello per la sua caratura: glielo ricordano Welbeck e Sterling, che lo saltano spesso in velocità, creando pericoli per la porta italiana.

L’afa di Manaus si fa sentire ed i ritmi calano vistosamente da entrambe le parti. Questa fase di impasse gioca a nostro favore ed al 35’, da un’azione di calcio d’angolo la palla arriva a Marchisio, dopo un sontuoso velo di Pirlo: stop a seguire di suola, da manuale del calcio, pagina 3, e tiro raso terra tra una selva di gambe che non dà scampo al portiere inglese Hart.

 

 

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Scoppia l’urlo italiano a Manaus e nelle case, per buona pace dei pochi disinteressati, che speravano in una piacevole notte di sonno. Uno a zero.

Il tempo di sventolare la bandiera tricolore dalla finestra ed arriva il paraggio inglese: Rooney si invola sulla fascia e mette al centro un pallone per l’accorrente Sturridge, che conferma la sua straordinaria stagione al Liverpool, bagnando il suo esordio al Mondiale con un gol. Si ricomincia.

 

 

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L’Italia non si abbatte dopo questo fulmineo pareggio e nel recupero del primo tempo va vicino al gol prima con Balotelli con un formidabile ‘scavetto’ salvato sulla linea da Jagielka e poi da Candreva, che toglie la vernice al primo palo di Hart. Le squadre vanno al riposo, più che meritato nell’infermo di Manaus.

Il secondo tempo ha ritmi compassati inspiegabili se non giocassimo sulla linea dell’equatore; così come è inspiegabile la decisione dei responsabili FIFA, che non hanno concesso i Timeout di 3 minuti, previsti in caso di condizioni climatiche proibitive.

Al 50’ l’asse Darmian-Candreva, consente a quest’ultimo di liberarsi al cross con destinazione la cresta di Mario Balotelli, che, da bomber di razza qual è, non lascia scampo all’incolpevole Hart, sovrastando il gigante Cahill. Siamo nuovamente avanti. Nessuno si muova.

 

England v Italy: Group D - 2014 FIFA World Cup Brazil

La girandola di cambi non favorisce il ritmo di gioco, che rimane surreale rispetto alle altre gare del mondiale che ci hanno preceduto.

L’Inghilterra inizia a spingere ed a rendersi pericolosa in più occasioni con Rooney e con due punizioni di Baines e Gerrard.

I 5 minuti di recupero, grazie al contributo dei neo entrati Parolo ed Immobile, scorrono e la partita culmina con una straordinaria punizione di Pirlo, la cui traiettoria inganna ogni legge della fisica e si stampa sulla traversa.

Triplice fischio e l’Italia torna a vincere in una competizione mondiale, dopo la disastrosa esperienza in Sudafrica. Ora possiamo sventolare le nostre bandiere, ma la strada verso la coppa è appena iniziata.

 

ITALIA – INGHILTERRA

Il Pagellone

 

Sirigu 6,5

Chiamato a sostituire un pilastro della nazionale, forte della sua esperienza in Champions League con il Paris Saint-Germain, si dimostra sicuro tra i pali con qualche incertezza nelle uscite e nei disimpegni. #Vanitoso

 

Darmian 7

Darmian chi? Il commento di tre/quarti del popolo italiano. Gioca con l’impertinenza e la sicurezza di una qualsiasi partita di pre-campionato, alla sua seconda apparizione in nazionale. Il più in forma fisicamente. Brucia il terreno di Manaus, più di quanto già lo fosse. #Iradiddio

 

Barzagli 6,5

Fa gli straordinari per mettere le pezze ai misfatti del suo compagno di reparto. Non è al massimo della condizione, ma compie un prodigioso salvataggio. #Sicurezza

 

Paletta 4,5

Omettendo commenti sul look, viene sovrastato dalla velocità dell’attacco inglese, rappresentando un point of failure della nostra retroguardia. Se potessimo contare i ‘Ma cosa aspetta a toglierlo?’, supereremmo le visualizzazioni di PSY su Youtube. #CesareRagazzi

 

Chiellini 5

L’ultima volta che fu schierato terzino era nella leva dei pulcini. Si sacrifica ma è impreciso su ogni passaggio e manca della sua proverbiale grinta agonistica. #Spaesato

 

De Rossi 6

Svolge il lavoro sporco, quello a lui richiesto da Prandelli, solita grinta ma ci aspettiamo qualcosa di più da Capitan Futuro. La barba non lo aiuta con il caldo. #Rivedibile

 

Pirlo 7

Nonostante la densità di giocatori intorno a lui superi ampiamente quella di Nuova Delhi, esce sempre con eleganza da ogni situazione. Il velo sulla punizione di Marchisio e la traversa colta con una delle sue ‘maledette’, valgono ogni chilo perso dagli spettatori sulle tribune. #Genio

 

Verratti 6,5

23 anni e la sicurezza di un veterano. Gioca semplice e non osa più del dovuto ma è fido scudiero del maestro di cui sopra. #appendistastregone

 

Candreva 7

Correre 8 Km in una sauna non è da tutti, così come avere la lucidità di tirare fucilate da ogni dove e piazzare assist al bacio. #duracell

 

Marchisio 6,5

Il fatto di avere giocato poco durante la stagione è la nostra fortuna. Fa legna in mezzo al campo e ci porta in vantaggio con un tiro stilisticamente perfetto per approccio e finalizzazione. #lazzaro

 

Balotelli 7

Mario non sente la pressione, manco fosse 10000 leghe sotto i mari, figuriamoci ad un campionato del mondo. Fa reparto da solo e nonostante fosse frustrante, non dà di matto. Al posto giusto al momento giusto fa valere la sua stazza fisica e ci porta in paradiso. #crestadiscipio

 

Motta 6

Entra al posto di Verratti. Le sue doti sono altre, ma fa il suo e soprattutto non fa danni. #senzamacchiaesenzalode

 

Immobile 6

Nonostante paghi la TASI sul suo nome, ci dà una mano a tenere alta la squadra durante il forcing inglese. Saranno altre le sue partite. #secondacasa

 

Parolo 6

Nonostante i pochi minuti, dimostra di non essersi imbucato sull’aereo del Brasile, dandoci l’abbrivio nel finale e guadagnandosi una importante punizione nei minuti di recupero. #sonosoloparolo

 

Credits: AFP, Reuters

Articolo scritto e redatto da Luca Gandini | Tutti i diritti sono riservati