I genitori, come recita un proverbio conteso tra diverse culture, devono dare ai figli radici e ali. Il resto lo impareranno da soli.
Trasformare La Vita è un Viaggio in una pièce teatrale non deve essere stato un lavoro semplice, avrebbe potuto rischiare di diventare un monologo monolitico in cui lo scrittore, diventato attore, divulgava il suo pensiero in modo unidirezionale. Ma chi ha amato il libro non poteva non nutrire la convinzione che unidirezionale non era un aggettivo appropriato al libro tanto meno lo sarebbe stato per lo spettacolo teatrale.
Il fulcro comunicativo del libro è stato calato in una situazione reale, un disguido, certo, ma come ne accadono ogni giorno e con i quali bisogna necessariamente fermarsi, fare un respiro profondo ed accettare la situazione qual è e le occasioni parallele che si propongono. L’aeroporto di Lisbona è bloccato. Nella sala d’attesa si ritrovano un signore brizzolato dall’atteggiamento pacato e serenamente disposto a cogliere il meglio dalla situazione, una ragazza piuttosto taciturna che allieta l’attesa e smorza la tensione cantando qualche brano con la chitarra e, infine, Marta, aspirante attrice romana, la cui storia diventa l’incipit per una lunga notte di chiacchiere.
Pur nella staticità di una notte in una sala d’attesa di un aeroporto chiuso, il dialogo e l’amicizia che si instaura tra gli astanti diventa un viaggio. L’iniziale nervosismo e diffidenza di Marta attanagliata dai dubbi, innervosita dalla situazione di stallo e l’assillante fidanzato surfista rappresenta la tensione emotiva di una generazione in bilico tra la tentazione di individuare il proprio talento, dar voce ai sogni e lottare per poterli realizzare, e la tentazione di mollare tutto perché i risultati tardano ad arrivare. Dall’altra parte, il signore brizzolato, incuriosito dagli indizi che è riuscito a racimolare, ricerca il dialogo, non punta il dito inquisitorio, non si abbandona a classificazioni sociali qualunquiste, al contrario, dimostra di essere una persona che ha vissuto la propria vita, ha viaggiato con curiosità, intelligenza ed entusiasmo. Dalla vita ha avuto tanto e vuole che anche la nuova generazione non si senta persa, non si lasci andare evitando di lottare ancora prima di averci provato e non viva disillusa dal mondo sprecando le proprie occasioni. Con un atteggiamento paterno, ed è un complimento!, guida Marta alla consapevolezza che mollare i propri sogni per inseguire quelli degli altri nella disillusione che il mondo non abbia un posto adeguato e che la lotta per i proprio sogni sia inutile non solo è stupido, ma molto rischioso. La vita è un viaggio e ognuno merita di compiere il proprio.
Certo, per farcela sono necessarie Talento, Tenacia, Tempismo e Tolleranza e se i lavori rischiano di essere esclusivamente a titolo gratuito non bisogna dimenticare la regola di Pippo.
Difficile dire se sia meglio vedere lo spettacolo, prima di leggere libro o viceversa perché entrambi possono essere un ottimo preludio all’approfondimento o alla memorizzazione di alcuni passaggi chiave per sentirsi spronati, incoraggiati dal contenuto pensato appositamente to nudge un’intera generazione che si è trovata a scendere in campo nel mezzo di una tempesta o della più temibile bonaccia.
Il signore brizzolato, Beppe Severgnini, si trova a su agio sul palcoscenico dimostrando ulteriormente che, nella vita, non si finisce mai di rimettersi in gioco, ma anche che il mondo dei giovani è ricco di talenti ancora da esplorare come l’attrice Marta Isabella Rizi e la giovane cantante Elisabetta Spada, entrambe migrate all’estero per cercare il loro posto nel mondo. Alla sua prima esperienza da attore sembra esplicitare ulteriormente quasi un impegno civico che non può rimanere confinato alla sfera familiare, l’educazione di suo figlio, ma deve trascendere il personale per diventare utile a più persone possibili. Decisamente da non perdere!!
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Articolo scritto e redatto da FRANCESCA TOGNONI | Tutti i diritti sono riservati