Sto per entrare nel 7 mese di una gravidanza doppia. La combo che cresce dentro di me si porta dietro un mal di schiena perenne e fortissimo che a volte mi impedisce di alzare il braccio destro e tenere il bicchiere colmo di acqua in mano. Si porta dietro calci e capriole praticamente sempre dalle 2 alle 5 del mattino, non prima e non dopo, sia mai che dormiamo tutti insieme. Si porta dietro un pacchetto di preoccupazioni diffuse su come sarà la vita dopo, il parto prima e la voglia di pianificare tutto il pianificabile prima del fatidico giorno che cambierà la mia esistenza.
È la mia prima gravidanza e non so cosa significa aspettare un solo figlio perché il destino, Dio o la fortuna (scegliete voi che leggete) mi ha regalato la gioia di due cuori che battono dentro la mia pancia e l’esperienza è diventata doppia dalla prima ecografia in poi.
Però una cosa in comune in tutte le donne incinte esiste ed è la luce. Quella luce che, anche se hai le occhiaie ed i capelli asciugati al vento, tutti vedono. La vedevo io nelle donne che incontravo per strada quando ancora indossavo i miei jeans preferiti e non avevo nessun piano sullo sviluppo della specie. La vedo oggi negli sguardi complici delle donne che incrocio sui miei passi, nelle sale di attesa degli ospedali, in fila al supermercato, in cerca di un posto a sedere sulla metropolitana.
La vedo quella luce.
La vedo al di là dei chili di troppo, degli abiti premaman che a volte sono tutto fuorché donanti (solo Asos può salvarci davvero). La vedo nelle mani curate ma senza smalto, nella piega del parrucchiere che mostra la ricrescita, la vedo nei visi idratati è perfettamente puliti ma sempre senza trucco.
La vedono gli altri in me. Che mi sento una trentenne imprigionata nelle energie di una ottantenne con il perenne fiatone se faccio una rampa di scale. La vedono perché noi donne non la controlliamo, non la filtriamo. È dentro di noi quella luce ed è talmente tanta che la si vede da fuori. Come se ci fosse una lampadina accesa potentissima che emana la sua luce anche attraverso l’involucro.
È la luce delle panzone, come mi piace definirla ed è lì con noi, ogni minuto. È la luce della vita che cresce dentro al nostro corpo per creare un altro corpo (o due). È la felicità inebriante che ti fa alzare mille volte per fare pipì senza sentire la fatica, è quella che ti trasforma in una leonessa se qualcuno si avvicina troppo alla pancia senza autorizzazione, è quella che infonde un senso del dovere e delle priorità completamente nuovo. È quella che sto vivendo io e, nonostante mi stupisca sempre che qualcuno mi dica che mi trova radiosa quando indosso sneakers, legging e maglie over, sorrido della felicità che ho dentro e che non vedo l’ora di vedere “dal vivo”.
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