Crocevia di religioni, etnie e geografie, Istanbul si mostra docile e curiosa come chi la attraversa. Ogni angolo è un tripudio di colori e suoni, la preghiera riecheggia per la città riempiendo le vie di respiro spirituale. Le moschee spuntano ad ogni angolo e le spezie fanno da contorno a un paesaggio già di per se decisamente variopinto. Documentarsi e leggere serve sempre ma ogni piano è poi sconvolto silenziosamente da quello che la città decide di farti vedere.
Dopo qualche giorno in città mi sono resa conto che alla fine non ci sono zone per turisti e zone per locali: tutto è mescolato come nella migliore delle tradizioni. Giovani e vecchi camminano all’unisono in queste vie strette che si aprono all’improvviso su strade e moschee enormi che sfidano la grandezza del cielo e si superano l’una con l’altra. Leggende e religioni si perdono insieme fra il Bazaar delle spezie e il vicino mercato dove si possono acquistare frutta secca come narghilè, spezie come utensili di legno grezzo, tabacco come souvenir.

 

  

 

Antico e moderno sono come stati shakerati insieme e riversati nella città. Istanbul infatti possiede due cuori. Uno antico dove le civiltà hanno preso forma, dove mosaici e iscrizioni risalgono a prima di Cristo. L’altro dove tecnologia e servizi vanno a sopperire a quelle che sono le necessità di una città in continua evoluzione che non è capace di accontentarsi del bello che possiede.
Basta prendere la metropolitana o la nuova linea tranviaria per rendersi conto della modernità che poi si snoda lungo una città antica che ha conservato invariato il suo fascino strizzando l’occhio all’Europa. Diversi ponti collegano i due lati di Istanbul che si guardano e si lasciano guardare dai ristoranti siti all’ultimo piano degli alberghi o degli edifici pubblici, mentre il brulicare dei taxi gialli mangia letteralmente l’asfalto.
E se è vero l’aneddoto che sopravvivere a una corsa in taxi a New York è un evento miracoloso, qui lo diventa ancora di più con la differenza che a Istanbul se la destinazione richiesta è vicina (sul chilometro e mezzo per capirci) il taxista evita la corsa e ti consiglia di andare a piedi. Ma se sali a bordo ti conviene tenerti e godere della velocità della macchina mentre passi da un lato all’altro del Bosforo.
 La città è un vero e proprio mescolio per gli occhi e per il cuore. È uno di quei luoghi per i quali non riesce mai a trovare appagamento. Ti sembra sempre che manchi qualcosa da vedere, da gustare le da scoprire. È una città che necessita di tempo, pazienza e curiosità. È una città che ti fa venire voglia di tatuarli la sua essenza dentro la pelle, fino ad arrivare al suo interno, fino a sorprenderti in maniera speciale ed unica. E mentre sfoglio le foto mi rendo conto di quanto già stia desidendo di tornarci

Spice bazaar

Moschea Blu


  
  

Yerebatan Sarayi
  
  
  


  
  
  
  

A proposito dell'autore

Ingegnere? Pusher of Enthusiasm Consulente Digitale. Prof Universitaria Fondatrice di TheOldNow.it beauty. book. family. podcast. travel.

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