Per quanto tenti di rimanere sempre aggiornata sulle nuove serie tv, Don’t Trust the B**** in Apt. 23 è uno di quei telefilm che ho iniziato a vedere da poco. Avete presente quando un nome sembra creato appositamente per attirare spettatori? Quando un titolo crea molta aspettativa, ma alla fine il prodotto è banale? Ecco, questo mi sembrava il tipico caso: è un azzardo mettere la parola “bitch” in un titolo e senza dubbio attira l’attenzione. Quindi, ho tentato di non farmi attirare dal titolo e ho evitato questa serie tv finché un’amica non me ne ha parlato, consigliandomela vivamente

 

 

Devo dire che ha fatto centro: al contrario di ciò che pensavo, questa serie tv è veramente ben fatta. Divertente ma allo stesso tempo capace di farti affezionare ai protagonisti, è ironica e diversa dai soliti telefilm che trovate in tv. Partiamo dalla trama: la stronza dell’appartamento 23 è Chloe, una party girl che si diverte ad attirare nuove coinquiline chiedendo un anticipo di qualche mese sull’affitto, per poi far di tutto per farle scappare dopo pochi giorni. June è una ragazza dell’Indiana, che si trasferisce a New York piena di aspettative: ha il lavoro dei suoi sogni e l’appartamento a Manhattan. Ma c’è un ma: l’azienda per la quale deve iniziare a lavorare fallisce e lei si ritrova sola a New York, alla ricerca di una casa. E dove potrebbe capitare, se non davanti alla porta della B dell’appartamento 23? Chloe si mostra come la perfetta roommate e June ci casca a pieno, ma riesce a sopravvivere a tutti i tentativi di sabotaggio da parte di Chloe, conquistando la sua fiducia e la sua amicizia.

Perché mi piace?

1) Chloe è la protagonista del telefilm ed è assolutamente un personaggio. June la definisce una “ragazza che potrebbe essere una psicopatica o meno” e a noi piace proprio così: pazza, con le sue regole di vita (discutibili) e il suo essere assolutamente egoista, a parte le poche volte che trova una vera amicizia e comincia a sentire sentimenti estranei come l’affetto.

2) James Van Der Beek. Sì, se questo nome vi dice qualcosa avete ragione. Dopo Dawson’s Creek, James torna sul piccolo schermo nel ruolo di sé stesso, un attore perseguitato dalla sua fama. Infatti, tutti lo considerano Dawson, tutti gli parlano del telefilm, gli chiedono di indossare le famose camicie di flanella e cantano il motivetto della sigla. James tenta di trarre beneficio dalla sua fama e, allo stesso tempo, di distaccarsi dal personaggio di Dawson. James si rivela forse il miglior personaggio della serie tv: interpreta sé stesso e fa auto-ironia, perché è vero che i suoi compagni di avventura sono diventati tutti più famosi di lui, nonostante lui fosse il protagonista. Ed è vero che tutti noi ancora lo indichiamo come Dawson. Chissà che dopo questa serie tv per noi non torni ad essere semplicemente Jason?

 

 

3) Pensate alle situazioni più bizzarre che potete immaginarvi e poi guardate Don’t Trust the B. Sì, probabilmente tutto quello che avete immaginato è meno bizzarro di ciò che accade in questo telefilm. Da Chloe che dichiara di convivere con June e di essere lesbica per prendere una bambina in affidamento e usarla come assistente fino Jason che lotta con un concorrente di Dancing With The Stars per guadagnare il camerino di 2 cm più grande. Prendete questi tre personaggi insieme e potrà venirne fuori qualcosa di esplosivo.

Ora avete due possibilità: o recuperare la prima stagione in lingua originale e guardare anche le puntate della seconda (in onda ora negli USA sull’ABC) oppure aspettare Dicembre, quando la serie tv approderà sulla Fox in italiano

Articolo scritto e redatto da Loretta Fossati | Tutti i diritti sono riservati

 

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