Dopo il successo in Francia Dio esiste e vive a Bruxelles era attesissimo in Italia e non ha deluso le aspettative. Jaco Van Dormael incanta ancora una volta il pubblico con una sceneggiatura dalle mille sfaccetature e con personaggi ironici, surreali e poetici allo stesso tempo.

Dopo la Francia lo stesso clamore ha premiato il film anche in Belgio e Svizzera e la pellicola è tra i 52 film in corsa per gli European Film Award e rappresenterà il Belgio alla corsa degli Oscar per il Miglior Film Straniero.

Il regista racconta di un Dio, interpretato da Benoît Poelvoorde tutt’altro che magnanimo, che si diverte a creare problemi e malumori agli uomini mentre, cinico e insoddisfatto, rimane a guardare come se la cavano. Solo una persona, la sua bimba dal nome Ea, riesce a ribellarsi a questa ingiustizia e decide di fargliela pagare: “Per vendicarsi, Ea rivela a tutti gli abitanti del pianeta il segreto più gelosamente custodito, ovvero la data della loro morte. Da lì in poi, qualunque riferimento alla religione si trasforma in una favola surrealista – ha precisato Van Dormael – Non sono credente, sono interessato alle religioni così come alle belle storie”.

E prosegue: “Sapere che finiranno le cose che si vivono per apprezzarle, è questa la vera domanda che pone il film. Dio non è il deus ex machina di tutto. La protagonista è la ragazzina che potrebbe essere uscita da Alice nel paese delle meraviglie, e il nuovo testamento alternativo che scrive. La vera questione è: vivi la tua vita come se dovessi morire domani”.

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Articolo scritto e redatto da Valentina Desario | Tutti i diritti sono a lei riservati

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