-
Nuova mattina, nuova sosta da Starbucks, nuovo esperimento di colazione americana. Il locale invece non è nuovo, dato che è sempre quello vicino vicino al mio albergo, dal quale posto ogni mattina ed ogni sera, in un virtuale checkin/checkout fra il partire e l’arrivare. Sono arrivata venerdì in questa città e ho già un punto fisso.
-
-
Mi fa sorridere pensare a questo, e mi fa sorridere ancora di più pensare che in tutte le città dove sono stata per più di un weekend ho trovato il mio punto fisso dopo nemmeno due giorni che ero arrivata. A Madrid avevo fatto mio lo Starbucks sulla gran Via, quello che si affaccia sulla piazza dei cinema, a Milano invece – città sprovvista di Starbucks fino a data da definirsi – oscillo fra il California Bakery di via Larga, Bianco Latte e la Feltrinelli, anche se in nessuno dei tre mi sento a casa come sulle poltrone madrilene del secondo piano di Starbucks da cui si può rimanere incantati a curiosare i passanti.
-
Detto questo, ho iniziato il mio tour, prima un po’ senza meta, ovviamente a piedi. Sono incappata in H&M che mi ha dato l’impressione di essere più curato ed ordinato rispetto a quello italiano. L’abbigliamento, come avevo già notato da Zara qualche giorno fa, è diverso. Non che la moda sia stravolta ma i capi sono leggermente differenti da quelli che si trovano a Milano. Camicie più lunghe, meno borchiate ma più ricche di applicazioni, femminili. I maglioni sono la maggior parte dei capi all’interno degli store. Cappotti e parka hanno interni animalier che fanno contrasto con la sobrietà della parte esterna. E poi, girovagando nello store, incappo in una parete sormontata dalla foto “post prodotta” di ADR. Ebbene si, la sua capsule è anche qui. O meglio è interamente qui! Diciamo che il sold out è un concetto oscuro a questa capsule
-
-
Proseguendo per la mia mattina di sole, eccomi incappare in uno dei mezzi pubblici più caratteristici di questa città: lo scuola bus giallo. Perfetto per questa giornata che ho deciso essere dai toni più sobri, puliti. Quasi romantici.
-
-
-
Dopo qualche ora senza meta, ho preso la metropolitana e sono scesa alla 50ima dove un mosaico di Alice nel paese delle meraviglie faceva bella mostra di se e dopo qualche passo sono arrivata al Moma, dove ho trascorso la restante parte della mattinata avvolta dall’arte che più mi piace
-
-
I’m at Museum of Modern Art (MoMA) (New York, NY) w/ 26 others [pic]: http://4sq.com/T0Cpwe
-
-
Per il pranzo, essendo in zona e parecchio incuriosita, ho seguito il consiglio di un’amica e ho affrontato l’hamburger più buono della città: Burger Joint [119 west 56th Avenue]: un locale caratteristico, rustico e davvero newyorkese, dove si paga rigorosamente in cash e dove si possono mangiare solo tre cose: hamburger, cheeseburger e patatine fritte, scegli la cottura, la bibita, ti siedi e gusti. Spettacolare!
-
-
Dopo Burger Joint avevo bisogno di camminare. Decisamente.Percorrendo la 5th avenue direzione sud, ho trovato un parco verde ricolmo di persone (Bryant Park), diversi negozi interessanti, un murale che sembrava più un’opera d’arte fuggita da qualche museo ed il centro internazionale di Fotografia (meraviglia pura, per non parlare dello shop nel quale avrei dilapidato uno stipendio fra cuscini, magneti e tazze a forma di reflex di ogni epoca!!)Ed infine lui: Macy’s. Il tempio dello shopping. Uno dei centri più commerciali più grandi e forniti del mondo, dove gli acquisti possono spaziare da griffe come Louis Vuitton fino ai cosmetici, passando per marchi di abbigliamento maschile, un intero piano solo per le scarpe e ben 18 piani per i vostri sfizi, qualunque essi siano (Starbucks, Mac Donald etc etc compresi)
-
-
-
-
I’m at NHL Store Powered by Reebok (New York, NY) w/ 2 others http://4sq.com/V7yOtX
-
-
-
Uscita incolume dal tempio dello shopping ho proseguito direzione Soho, passando davanti ai tipici semafori con le scritte luminose ed a dei parcheggi davvero insoliti, attraverso i quali sembra che gli americani abbiano trovato la soluzione al ” non trovo parcheggio!!”
-
-
-
Arrivata nel quartiere più popolare di Manhattan, sono salita – da vera newyorchese – all’ultimo piano del Gansevoort Hotel dal quale ho avuto la fortuna di ammirare uno skyline davvero suggestivo, tutto venato di rosso e azzurro: semplicemente favoloso!!
-
-
Si è fatto buio, lentamente. E qui il buio è nero nero, senza mezze misure. Io a tutto questo nero non sono mica abituata. Ci sono le insegne colorate ed i lampioni alti ma il buio non viene intaccato nella sua integrità. Guardo la cartina e mi rendo conto che a furia di camminare sono arrivata di nuovo nel Village. Ed allora mi viene voglia di facce note, di cucina italiana, di profumo di casa.
Ebbene si, sono di nuovo seduta al tavolo di Quinto Quarto con davanti a me una matriciana fumante di guanciale. E la pasta, dopo che non la assapori per una settimana, ha un gusto diverso e non necessita nemmeno dei filtri di instagram. Parlo con Matteo, che vive qui da una manciata di anni, che sono sufficienti per ricordarsi tutto di Milano ma anche per raccontare di una New York diversa, non turistica, tutta da scoprire. È grazie a lui che ho scoperto Picasso ed ammirato lo skyline dall’alto di Soho. -
#ciaoamiciny (@ Quinto Quarto) [pic]: http://4sq.com/QYEfee
-
-
Riprendo la Subway e torno all’albergo. Arrivo alle 10 di sera cotta, dai passi, dalle luci e dalle emozioni che questa città riesce a regalare. L’entusiasmo coinvolgente che gli americani mettono in tutto quello che fanno, le insegne luminose accese giorno e notte, gli studenti pieni di sogni negli occhi, la metropolitana sempre attiva, e questo modo di vivere la vita a grandi sorsi, come un bicchiere di acqua fresca dopo una lunga camminata sotto il sole. Mi sta entrando dentro la loro voglia di fare, di aprire una propria attività on line con 800$ e tanta buona volontà. Mi viene voglia di entrare in uno di questi mille negozi di Halloween e comprare una maschera orribile e spaventare i bambini per strada, e ridere con loro. Mi viene voglia di lasciare a casa l’orologio e passeggiare nel sole e nel buio scoprendo piano piano angoli che nessuna cartina turistica vi indicherà. Mi viene voglia di scrivere, di riprendere in mano quel libro divertente che avevo iniziato e di mandare in stampa quello che ho sul comodino. Mi viene voglia di iniziare a sperare, attaccarmi una pins sul maglione in simbolo della libertà e della forza che in questa serata qualunque sento dentro di me, mentre il profumo di cappuccino mi sta avvolgendo.A tutti voi che mi state seguendo e curiosando buona notte o buon giorno, dato che in Italia sono le 3 e mezza di notte passate e so che siete a letto, con sogni e pensieri. Io vi penso da qui e vi abbraccio tutti!A domani,
Laura -
-
Beh, direi che allora mi devi dare qualche dritta in fatto di posticini giusti dove mangiare, cose da fare la sera. E cosa non posso assolutamente perdermi. Attendo impaziente le dritte 😉
Leggere del tuo Starbucks madrileno proprio stamattina mi fa sorridere considerato che giovedì mattino mi imbarco proprio per l’affascinantissima città spagnola. Passerò dal tuo Starbucks 😉 A questo punto chiedo a te consigli per l’uso: c’è qualcosa che non posso assolutamente perdermi?
se hai bisogno di consigli e dritte non hai che da chiedere, ci ho vissuto un anno e la tengo nel cuore! 🙂
Che bella New York raccontata da te! Il parcheggio mi incuriosisce molto, come fanno a mettere le macchine lì? 🙂
Bellissima anche l’idea dell’aperitivo con pedicure/manicure, peccato che qui a Milano cose del genere non esistano. Che fortuna trovare qualcuno che ti abbia mostrato la New York meno turistica (e trovare un ristorante italiano buono all’estero!).
Buon viaggio :*