E’ un tuffo negli anni ’60 che avviene tramite l’utilizzo del rigore dei volumi negli abitini. Questo è il mood principale della sfilata di Chicca Lualdi che apre ufficialmente la settimana della moda milanese nel suo primo giorno a palazzo Clerici. Le ispirazioni che echeggiano sono caratterizzate da un taglio preciso definito nelle silhouettes, rivisitate e interpretate con moderni tessuti dalla trama compatta: decisi interventi di colore che si alternano a geometrie di tagli e colori, sapiente miscuglio di materia che vede accostare lo chiffon alla renna, il denim al pelo di volpe, il sablè al twill.

Chicca Lualdi, però, decide di mescolare gli anni ’60 con gli anni ’70 prendendo da questi ultimi i volumi di cappotti, gonne e pantaloni dal fondo flare caratterizzati dalla vita alta nonché le delicate camice chiffon. La cartella colori è composta dal blu preponderante declinato nella sua versione blu navy e blu denim accompagnato da sage, poudre e beauujolais. per i tessuti invece troviamo la crepe di lana, sablè, mohair, double di cachemire, twill di seta e renna, chiffon di seta, duchesse jacquard con motivi che richiamano pennellate di acquerelli, organza con l’applicazione renna, aspetti denim per tessuti ingentiliti da composizioni tali da renderlo sofisticato e meno casuale.

Ci troviamo così davanti a una sfilata autunno inverno 2015 2016 dove il messaggio è chiaro: il pret-à-porter viene visto come opposizione al fenomeno di consumo veloce ed impulsivo, quasi bulimico dei capi. Si ritorna così a una sana passione per tutto ciò che è estetica, creatività, capacità artigianale, tempi, ricerca, sperimentazione e genio creativo: ambizione di ogni stilista come per i maestri del passato. La donna proposta quindi da Chicca Lualdi è senza dubbio una femmina di stile che rifugge dalla parola lusso per esprimere invece l’unicità che si rifugia nelle parole ” qualità ed essenza”.

 

Chicca Lualdi

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