Oggi vi porto a Cefalù, situata sulla costa siciliana settentrionale, a circa 70 km da Palermo, ai piedi di un promontorio roccioso. È uno dei maggiori centri balneari di tutta la provincia; nonostante le sue dimensioni, ogni anno attrae milioni di turisti provenienti da ogni parte della Sicilia e anche, in genere, da tutta l’Italia ed Europa. Nel periodo estivo la popolazione arriva anche a triplicarsi, rendendo affollate le principali piazze e le strade più importanti del paese. La cittadina, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de I borghi più belli d’Italia, ossia un’esclusiva associazione di piccoli centri italiani che si distinguono tra l’altro per grande interesse artistico, culturale e storico, per l’armonia del tessuto urbano, vivibilità e servizi ai cittadini
Secondo la leggenda, il duomo (“basilica cattedrale”) di Cefalù sarebbe sorto in seguito al voto fatto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza
Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l’edificio non fu mai completato definitivamente. La posa della prima pietra avvenne il giorno di Pentecoste dell’anno 1131 alla presenza di Ugone arcivescovo di Messina a cui la ricostituita Diocesi di Cefalù era suffraganea e nel 1145 furono realizzati, da manodopera bizantina, i mosaici nell’abside e sistemati i sarcofagi porfiretici che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie, poi trafugati da Federico II “approfittando dell’assenza temporanea dell’allora vescovo di Cefalù Jocelmo” e portati a Palermo dove ancora oggi si trovano
Le spoglie di Ruggero II avrebbero dovuto riposare nella navata trasversale della basilica, lo testimoniano le figure in rilievo rappresentanti il leone: simbolo di regalità; la tartaruga: simbolo di eternità; il Profeta Elia trasportato in cielo dai capelli dell’angelo; Edipo cieco simboleggiante gli enigmi della vita. Annesso al duomo è un elegante chiostro con colonne binate sormontate da capitelli figurati, fra i più notevoli esempi di scultura medievale in Sicilia
Il chiostro annesso alla cattedrale normanna, rappresenta una delle più considerevoli testimonianze artistiche del medioevo siciliano. Si sottolinea l’eccezionale pregio del ciclo di capitelli figurati che sormontano le colonnine binate, uno dei più considerevoli nel panorama dell’arte medievale europea. Di pianta rettangolare, il chiostro è ubicato a ridosso del fianco settentrionaledell cattedrale ad una quota più bassa di m 3,40 dal piano del calpestio del transetto
Dell’originaria struttura si sono conservate solo le corsie sud ed ovest. Tuttavia, in quest’ultimo lato le eleganti archeggiature in muratura sono frutto di un’evidente ricostruzione stilistica degli inizi del novecento. Finito di restaurare nel 2003 dalla Provincia regionale di Palermo, è oggi fruibile ai visitatori