Dopo aver pernottato una notte nella piccola cittadina di Niagara ripartiamo alla volta di Toronto, non senza prima andare a dare un ultimo sguardo alle cascate del Niagara che, con questo freddo artico, sono completamente ghiacciate. Lo scenario mattutino è molto interessante perché il cielo sgombro ci permette di fare degli scatti da collezione.

 

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La strada per raggiungere la città di Toronto non è particolarmente difficile anche perché le condizioni meteorologiche sono nettamente migliorate e, a parte un freddo glaciale, si guida molto bene perché durante la notte i mezzi spazzaneve hanno pulito attentamente ogni strada. Stando alle indicazioni di Google Maps, senza il quale non saremmo riusciti a muoversi, il tempo che ci vuole da Niagara a Toronto è meno di due ore ma io ho intenzione di prendermela comoda, fermarmi ad ogni occasione anche perché oggettivamente ho bisogno di comprare un paio di oggetti che proprio non mi ero portato a casa.

Mi fermo così in un centro commerciale a caso che in realtà non ha nulla a che fare con i nostri centri commerciali. Noi siamo abituati ad un unico grande MALL (così lo chiamano in America) ma qui molto spesso è più facile trovare interi quartieri nei quali una serie di capannoni, uno vicino all’altro e magari collegati fra di loro, formano un agglomerato commerciale.

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Mi faccio un giro. Compro un cappello ed un paio di guanti perché ho patito molto il freddo alle mani facendo le fotografie. Totale meno di $ 15 canadesi.

La vita in Canada non è particolarmente dispendiosa, almeno per quello che sono le cose che ho avuto modo di sperimentare. Una colazione da Tim Hortons costa meno di 3 dollari. Ogni ciambella costa 0,99 dollari e una caffè piccolo, già sufficientemente grande per noi italiani, costa un paio di dollari. Una cena decente, 20 dollari, un albergo dignitoso in bassa stagione una cinquantina di dollari.

 

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Percorro kilometri su kilometri lungo la highway quasi sempre uguale fino a che non giungo alle porte della città che appare come una distesa di grattacieli sul lago Ontrario, per l’occasione quasi completamente ghiacciato. L’albergo prescelto non è in centro perché dovete sapere che nelle grandi città degli Stati Uniti il parcheggio non funziona esattamente come in Italia (dove ognuno fa quello che gli pare).

A Toronto la sosta è estremamente regolata e si sgarri rischi di dover fare la fotografia alla macchina su di un carro attrezzi. OK che devo ringraziare Ford per il giro ma non mi sembra il caso di pubblicizzarla proprio in questo modo. Ed è così che decida di prendere un albergo ad est della città, a circa 30 minuti di macchina.

 

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L’albergo fa parte della catena Travelogde, che sembra essere molto famosa qui in casa. Nonostante il costo fosse particolarmente accessibile devo ammettere che non mi sono trovato male e mi sono sembrati sordi ben spesi.

Tornando a parlare della città di Toronto abbiamo avuto sostanzialmente sei ore di tempo per visitarla con una temperatura media di -15 gradi e un vento forte da nord. Ho fatto un salto a Little Italy, un quartiere densamente popolato dalla comunità italiana dove mi sono fermato a mangiare un boccone al Caffè Diplomatico: una vera istituzione di Toronto. Non ho mangiato male ma certo peso avrei potuto spendere meglio il mio tempo ed i miei soldi.

 

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Nel frattempo si sono fatte quasi le tre ed ho ancora due cose da visitare: il distretto della distilleria (The Distillery Historic District) e la CN Tower.

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Mi dirigo in tutta fretta al distretto della distilleria, un quartiere recentemente riqualificato dopo la chiusura della distilleria più importante di Toronto. Si tratta di una zona molto grande nella quale artisti, negozi caratteristici e ristoranti hanno creato un quartiere molto vivo dove è possibile trascorrere qualche ora immersi in un contesto storico.

 

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Il sole sta tramontando e dopo aver pagato una dozzina di dollari per un’ora di parcheggio mi sposto verso la CN Tower passando per il lago Ontario dove ho occasione di fare qualche fotografia al lago ghiacciato.

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Riprendo l’auto e corro verso la CN Tower, la torre delle telecomunicazioni voluta dall’emittente locale e successivamente diventata attrazione per i turisti. Io soffro tremendamente di vertigini e giuro che sarei voluto salire ma una volta sotto la torre ho realizzato che avrei avuto una crisi di panico ed è così che, purtroppo, nonostante le migliori intenzioni, ho dovuto desistere.

 

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Ho iniziato a fare quattro passi e mi sono imbattuto nel Railway museum, un museo a cielo aperto di vagoni ferroviari storici.

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In sostanza la città mi è piaciuta e in qualche modo mi ha ricordato Dubai: una città moderna piena di grattacieli. Diversamente dalle grandi capitali che ho visitato in altri paesi moderni qui ho trovato qualche edificio storico ma c’è da ricordare comunque che la città di Toronto è stata fondata nei primi anni del 1800, quindi può vantare una storia molto recente… il centro è praticamente fatto solo di grattacieli.

Sono stato particolarmente colpito dalla promiscuità di generi e razze. A Toronto convivono pacificamente una moltitudine di nazionalità e non è per nulla difficile trovare radio e televisioni in italiano oppure in cinese. Sono solo molto rammaricato per non essere riuscito a visitare la parte sotterranea della città che tutti mi hanno detto essere meritevole.

Sarà per la prossima occasione.

Articolo scritto e redatto da lingegnere | Tutti i diritti sono riservati

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