La vita è troppo breve per bere vini mediocri
Questa citazione di Goethe deve essere stata ben presente nella mente di Andrea Grignaffini e dell’eclettico Luca Gardini quando nel 2012 hanno avuto l’idea di creare il BIWA, Best Italian Wine Award, ossia la classifica dei 50 migliori vini italiani.
Una giuria internazionale di esperti del settore tra i quali spicca Daniele “Doctor Wine” Cernilli, decano della degustazione e maestro di tutti, ogni anno assaggia alla cieca 300 etichette da tutta Italia, scremandole fino ad ottenere la top 50 che verrà premiata.
La premiazione, che avviene a Milano presso la Fondazione Cariplo, quest’anno ha visto il trionfo del Barolo, con 12 rappresentanti in tutto e ben 3 nei primi 4 posti.
Il trionfatore è stato il Monprivato Barolo Docg 2010 dell’azienda Giuseppe Mascarello e Figlio, rappresentata dal proprietario Mauro Mascarello, 77 anni e un’aperta avversione per i modernismi in cantina e le innovazioni: per fare un grande Barolo “si fa parlare la terra, tutto qua”.
Un’azienda che ha iniziato a imbottigliare Barolo alla fine dell’800 e che, al netto di alcune inevitabili novità perchè non si pigia più l’uva con i piedi, come unico faro ha ancora la volontà di esprimere il territorio, che nel caso delle Langhe è fantastico; un’azienda a conduzione familiare, oltre a Mauro Mascarello ci sono i figli Giuseppe ed Elena, che produce 60-65.000 bottiglie quando potrebbe produrne quasi il doppio perchè alla famiglia interessa la qualità e non la quantità; un’azienda che vince con un vino che sembra arrivare dal passato e lo fa oggi, in un momento in cui molti produttori, per arrivare a più persone possibili, producono vini che sanno di legno, un pò ruffiani e livellati verso il basso.
Leviamo allora i calici a Mauro Mascarello e al suo Barolo, da sempre Re e oggi anche incoronato!
Enjoy!
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Articolo scritto e redatto da Lorenzo Volpi | Tutti i diritti sono riservati