L’Alto Piemonte è una zona fortemente legata alla viticoltura. Risalendo il corso della Sesia da Novara si incontrano una serie di DOC e DOCG che culminano al paese di Boca, la denominazione più a nord ed una fra le prime d’Italia ad ottenere questo importante riconoscimento nel 1969. Le foto di queste zone scattate negli anni ’20 e ’30 ci parlano di un territorio quasi completamente coperto da vigneti, come la Langa attuale, coltura che è andata via via diminuendo negli anni con la migrazione lavorativa delle persone verso le industrie. Ma questo passato agricolo ha segnato profondamente il territorio tanto che ancora oggi, nei boschi dove una volte c’erano vigneti si possono osservare i terrazzamenti ricavati a mano e le montagnole di terra dove una vota era piantata la maggiorina novarese

 

057

 

021

 

A Cavallirio, nella zona più occidentale della DOC Boca si trova l’Antico Borgo dei Cavalli, azienda fondata da Marco Barbaglia nel 1946 ed ancora gestita dalla famiglia. Oggi Sergio Barbaglia e la figlia Silvia gestiscono con grande entusiasmo e competenza 3 ettari di vigneti da cui ricavano circa 25mila bottiglie all’anno. Il loro legame col territorio è forte, tanto che Silvia per ristabilire un collegamento agricolo col borgo di Cavallirio, nel tempo interrottosi, ha strappato un ettaro di terra al bosco che se ne era riappropriato dopo l’abbandono dei vigneti dei primi decenni del dopoguerra per piantare le varietà autoctone di questo affascinante territorio: Nebbiolo, Vespolina ed Erbaluce. Un’impresa dura e sfidante che nel tempo darà i suoi frutti

 

050

 

053

 

La produzione della cantina contempla sia etichette classiche della zona che piacevoli innovazioni. Fra queste ultime si possono annoverare spumanti metodo classico di grande carattere (fra cui un pas dosé di Erbaluce con 60 mesi sui lieviti di rara eleganza) che avevo avuto modo di assaggiare a Piacenza in occasione di Sorgente del vino. Le etichette “classiche” partono col Lucino 2011: Erbaluce greco novarese in purezza affinato esclusivamente in acciaio, nato da fermentazioni lunghe fino a 45 giorni a bassa temperatura (inferiore ai 20°), naso ricco di grassezza con fiori da freschi ad appena appassiti e note delicatamente mentolate. In bocca una gradevole sensazione glicerica pervade il palato ed è bene accompagnata da una vibrante acidità che sostiene un grado alcolico importante (14°) perfettamente bilanciato ed integrato nel corpo del vino. Un leggero residuo zuccherino completa il quadro di un vino complesso ed intrigante, ricco e persistente

 

025

 

020

 

066

 

Il Ledi 2009 è prodotto a partire da uva Vespolina in purezza, una vera rarità in quanto il vitigno autoctono alla base dell’uvaggio del Boca molto difficilmente viene proposto da solo. Ed è un vero peccato in quanto la Vespolina ha delle caratteristiche olfattive e gustative uniche ed accattivanti. Il Ledi ha naso ricco: speziato e vinoso per iniziare che evolve su note di piccola frutta, particolarmente ribes e mirtillo. La bevuta è gioiosa, dotata di tannino setoso, carezzevole e delicato. Un vino verace. Assaggiato da bottiglia aperta da due settimane perde la componente vinosa acquisendo una nota animale che nella bottiglia nuova era invece appena accennata, senza perdere la freschezza tipica dell’uva

 

070

 

059

 

Si giunge quindi al momento dell’assaggio del Boca 2008, il vino simbolo della cantina. L’uvaggio classico di Nebbiolo in prevalenza, prevede la compartecipazione di Vespolina ed, in quota residuale, Uva Rara. Nel Boca della famiglia Barbaglia la Vespolina ha un ruolo di assoluta rilevanza specialmente al naso che presenta il caratteristico tratto ferroso di tutti i Boca da me assaggiati finora, donato dal terreno ricco di questo minerale della DOC. Da qui sboccia quindi in sensazioni fruttate, di prugna succosa, scorza d’arancia ed un leggero lampone, ma è la nota speziata della Vespolina che chiude il quadro olfattivo e appone la firma sul naso di questo vino territoriale per definizione. Il tannino del Nebbiolo è ben presente, ma è decisamente morbido ed anche la chiusura gustativa è nettamente affidata alla Vespolina

 

073

 

022

 

L’assaggio delle etichette della cantina si termina giustamente con i due passiti: il primo è il Gocce di Luce 2007, da sola uva Erbaluce appassita in fruttaio e successivamente affinata in botticelle di rovere per tre anni. Ha una nota forte e persistente di fichi secchi, peculiare e caratteristica. A questa seguono profumi delicati di frutta secca, soprattutto noce, mentre in bocca l’acidità è dritta e vivida, chiaramente riconducibile all’uva fresca con la quale è stato prodotto il Lucino. Il Passiolo 2007 è una vera chicca per appassionati: vino dolce da uve Nebbiolo appassite  fino a febbraio e maturato per almeno quattro anni in legno. Il naso è davvero interessante: pomodoro confit, uva passa, cugnà. In bocca stupisce il tannino per morbidezza e setosità, specialmente in un vino dolce. Due passiti assolutamente personali nella realizzazione e nelle note di degustazione che li rendono completamente diversi dal resto del panorama enologico

 

075

 

081

 

Una visita interessante ed istruttiva quella alla cantina della famiglia Barbaglia che permette di approfondire la conoscenza di una DOC che mi affascina sempre più ad ogni nuovo assaggio

   Il Fede007             005

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati