Clothes are not a prison. Una verità non così banale se pensiamo all’infinità di volte in cui – senza quasi accorgercene – portiamo abiti che poco si addicono al nostro corpo e ancor meno traducono lo spirito personale. Lasciamo che mode e tendenze scelgano per noi e perdiamo di vista il primo, importante ruolo dell’abito: quello di tradurre emozioni personali.
Parte da questa consapevolezza la designer Alice Tamburini e nella collezione SS2016 restituisce all’abito il suo potere e la capacità di liberare energie. Le forme si fanno fluide perchè sia il corpo a fare da padrone, con un dinamismo più che mai espressivo.
Per Alice Tamburini l’icona di riferimento è la ballerina e scenografa Martha Graham, madrina della danza moderna. Sostenitrice del movimento come massima forma di espressione, Martha Graham riusciva ad assumere forme angolari incredibili, col suo minuto ma vibrante corpo, e sapeva comunicare emozioni come nessun altro.
Canapa, cotone, seta, bambù, diventano gli alleati naturali di questa narrazione, decisamente personale, affidata all’abito. Accarezzano il corpo e lo lasciano libero di esprimersi. Sono lo spartito musicale che serve ad abito e corpo (le note) per dialogare e raccontare emozioni.
L’orizzonte, il mare – e la libertà che questo evoca – è il tema più ricorrente in collezione. Lo ritroviamo nell’azzurro cielo, che sia alterna a bianco e corallo, ma anche nell’utuilizzo delle righe. Chiudete gli occhi e lasciatevi cullare dal mare, dall’infinito. La collezione SS2016 di Alice Tamburini va assaporata con la mente e poi con lo sguardo. A me piace proprio per questo.
Articolo scritto e redatto da Mara Stragapede | Tutti i diritti sono riservati