“Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.”
(Oriana Fallaci)
Vorrei iniziare così, con questa frase, per descrivere una delle stelle emergenti nel campo della moda: Marta Ferrari. Nata nel vicino ’86 a Vicenza, diplomata all’istituto europeo di Desing di Madrid e specializzata alla Saint Martin’s school di Londra, conta moltissime collaborazioni con stilisti del calibro di Givenchy e Tomaso Stefanelli. Incoraggiata del nonno, Marta inizia una delle sfide più significative della sua vita, dando forma alle sue passioni. Così nasce ,nel 2011, la sua prima collezione di abiti Made in Italy dalle forme pulite e dalle linee morbide, caratteristiche peculiari dei suoi lavori.
Infatti, lo si può facilmente riscontrare nella sua ultima collezione Autunno-Inverno 2014-15 dove la Ferrari si ispira fortemente alla “fusion” fra cultura asiatica e raffinatezza. Stiamo parlando della reincarnazione di una moderna Mulan in una donna fiera e sicura di se, combattente e guerriera, ma al tempo stesso fascinosa e passionale. Tessuti pregiati, quali seta e chiffon, si alternano su pieghe e plissettature creando un stile unico che evoca quello di una principessa samurai. La collezione è composta da abiti semplici e al contempo pregni di dettagli in tutta la loro rotondità, per generare uno stile atemporale e sublime. Questi abiti, che ricordano vagamente i kimono , corti o lunghi, con maniche larghe o strette, stampati o tinta-unita, si alternano su una scenario idilliaco caratteristico di una donna moderna, femminile ed elegante. Esempi della collezione sono questi capolavori decorati con inventiva e con forme che ricordano quelle tipiche della natura estremo-orientale: l’abito nero con i “ventaglietti dorati 3D” evoca il Gignko Biloba, una pianta presente solo in Cina e Giappone chiamata anche fossile vivente, poiché oggi presenta le stesse caratteristiche di migliaia di anni fa. Cultura, passione e tenacia rappresentano i punti cardine di quest’ultima collezione.
Foto credits courtesy of Marta Ferrari | Tutti i diritti sono riservati
Articolo scritto e redatto Maria Andrea Cicchetti | Tutti i diritti sono a lei riservati