Un muro rotto in una casa disabitata che vuole raccontare la sua storia: i luoghi, questi sono i protagonisti delle opere messe in atto da Graziano Locatelli. Esistenti, frutto di un ricordo, sfondo dell’infanzia, metaforici, è fra mura dimenticate che il tempo che è stato si fa corpo.
Presenze e turbamenti riavvolgono il nastro della memoria per trasportare il conscio e l’inconscio in un mondo, dove ogni opera d’arte rappresenta un indizio, una traccia e una piccola parte di sé. Disabitare diviene quindi il tentativo di riabitare.
Graziano Locatelli, nato a Bergamo nel 1977, attinge stimoli e l’idea dai cantieri nei quali ha iniziato come muratore. È qui che trova la materia da riabilitare ed elevare a sogno. Mattonelle vintage diventano, rotte, sgretolate e in frantumi, la nostra esistenza. Anche quello che si vorrebbe dimenticare ma si fa fatica ad allontanare. È la fatica dei pesi portati sino a qui che si palesa in forma muta, uscente da muri, prepotente, con potenza tridimensionale.
Le otto sculture presentate all’interno di un allestimento che è casa abbandonata e spoglia, con tracce sui muri e polvere sparsa, portano i nomi di alcune vie che hanno fatto la storia dell’autore, assumendo le sembianze di una “mappa toponomastica esistenziale”
La mostra, a cura di Diletta Dollfus di Volckersberg, aprirà con un vernissage questa sera presso la Galleria Bureau des Arts, in Via dei Banchi Vecchi 15, a Roma, e durerà fino al 31 luglio 2013.
Info utili:
Vernissage mercoledì 15 maggio 2013 – ore 18.30
fino al 31 luglio 2013
Ingresso libero dalle 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30