E’ verità universalmente riconosciuta che l’umanità si divida in tre categorie a seconda della user experience con i solari.
In barba alla tassonomia, la spiaggia da sempre documenta e ripropone tali tipologie immutate dal succedersi delle epoche. Analizziamole da vicino.
L’unto. Lui o lei lo distingui chiaramente sulla sdraio perchè abbaglia come Torcia Umana, ma senza prendere fuoco sebbene il Monoi di Tahiti, l’olio di cui si cosparge sia altrettanto infiammabile. Spesso il suo bagliore si unisce a quello generato dallo specchio per abbronzatura -il collare elisabettiano in carta alluminio, per intenderci,- attraverso raggi laser accecanti i bagnanti circostanti.
Il secondo è il normo-tipo, si caratterizza per una scelta di SPF dai 15 ai 50 e comprende una sottocategoria: “sgraziato positivo”, “sgraziato negativo”. Il primo dei due gironzola sulla spiaggia pezzato come certi cavalli originari degli States; lingue di sabbia incollate sulla pelle si alternano a zone franche di sola crema solare. L’altro, invece, composto e naturale come un rettile nel deserto, è capace di neutralizzarne ogni effetto adesivo.
L’ ultimo è il tipo-Casper, ovvero quello col fototipo mozzarella che necessita di un fattore di protezione dai 50+. Nel suo caso la crema solare ha la stessa consistenza dello stucco per cartongesso; è resistente all’acqua, all’erosione di sale, sole, alla doccia e al sapone. Praticamente irremovibile per settimane, questi tipi non passano certo inosservati.
Qualunque sia la tua tipologia di appartenenza, ci sono dei fattori di rischio trasversali da prendere in considerazione che si chiamano raggi ultravioletti UVB e UVA.
Anche loro sono acronimi ben noti da anni quando si parla di occhiali e creme solari, tuttavia spesso si pensa erroneamente che questi filtri funzionino indistintamente con la medesima meccanica. E Invece no, in quanto differenti e differentemente efficaci sono le tecnologie impiegate.
Clinique sun per la sua nuova gamma di solari ha scelto un brevetto innovativo, SolarSmart, che contrasta in rapporto 3:1 la pericolosità dei raggi ultravioletti, rispettivamente UVB e UVA. I primi sono i responsabili di scottature e arrossamenti; i secondi di danni visibili solo a lungo termine con macchie solari e rughe.
Questo brevetto prevede l’impiego dell’acido ribonucleico di sodio (frammenti di RNA) e componenti simili, che promuovono la naturale riparazione della pelle danneggiata dal sole. Insieme, l’azione dell’estratto di plankton marino rilascia enzimi riparatori contrastando la perdita di collagene e due squadre di potenti antiossidanti agiscono sulla cute. La prima, di cui fa parte l’acido ferulico estratto dal rosmarino, lavora a rilascio controllato, nella seconda spicca la vitamina E per la funzione di neutralizzazione dei radicali liberi risultanti dall’azione del sole.
Infine, l’azione antiossidante è combinata ad una lenitiva ed emolliente attivata dall’estratto di perilla coreana, dal saccarosio e caffeina. Una miscela di numerosi filtri stabilizzanti, invece, assicura la protezione dai raggi UVB e UVA; filtri con una resistenza all’acqua che non compromette la consistenza della crema sempre leggera e a rapido assorbimento, per nulla untuosa e ostruttiva dei pori. Insomma dimenticate per sempre l’effetto Casper!
Tutta la nuova collezione Clinique sun con SPF da 15 a 50 la troverete disponibile da Aprile 2019 presso tutte le profumerie concessionarie e sul sito www.cliniqueitaly.it.
Se volete salvare la pelle affidatevi ogni giorno alla cura della crema solare; Clinique SolarSmart è la scelta utile per chi va sul sicuro.
Articolo scritto e redatto da OLGA IANNACCIO | tutti i diritti sono riservati