Prima che il Belgio fosse di moda, c’era Aurore Daerden. O almeno è ciò di cui cerca di convincerci Elle Belgique. Io contesto l’affermazione in toto (ma il mio piccolo Belgio, è di moda?). Ma forse un po’ di contesto vi sarebbe utile. Chi è, e che cosa vuole da noi Aurore Daerden? Perché se ne parla? E dopotutto, a che pro?

 

È la figlia un po’ stramba (oggi giorno si dice eclettica, o forse alternative, ma fidatevi, è proprio stramba) di quello strambo politico belga, Michel Daerden. Quello che parla sempre come se fosse ubriaco. Quello che in parlamento ci si è presentato, ubriaco. E prima che ve lo chiediate no, non è un pattern o un uso e costume di qui. Fatto sta, sono circa vent’anni che la signorina Aurore cerca di evolvere nel mondo della moda e della musica.

Ha provato letteralmente di tutto: come i periodi blu e rosa di Picasso, lei è stata modella (già già), Dj, creatrice, musa ispiratrice… il tutto annunciato, di volta in volta, con un classico ‘suonate le trombe’. ‘Ho cominciato con uno stage da Chanel, portavo la Coca Light a Karl’ dice, ‘ma restare bloccata in ufficio non era roba per me.’. Le sue esperienze con le case di moda non si fermano li: vanta un’esperienza con Gilles Dufour, ex-braccio destro di Lagerfeld, nella sua allora nuova avventura Balmain O delle collaborazioni con Armani a Milano. ‘Era una terribile mancanza di stabilità, non ho un bel ricordo di quel tempo’ si lamenta Aurore, ‘ma penso sia comunque positivo che più case di moda ti contattino. È cosi’ che mi sono fatta le ossa.’.

In seguito, scopre la passione per il mixer dopo l’incontro con il DJ Ivan Smagghe (non spaventatevi, son nomi di qui). Non è una grande dj, ma i suoi partner la chiamano perché offre il “kit Aurore Daerden”, la novità dell’epoca: la figliuola piacente che  sta alla console in minidress e tacco 12. (Scusate, sono troppo di parte? Dov’è l’obiettività giornalistica? Dove?) Chiaramente, visto che lei puo’ unisce il meglio dei due mondi, e diventa la dj ufficiale delle sfilate di Paul Smith e Ungaro, tra gli altri. In seguito a questo ha un grave incidente, e il tutto rallenta. Sembra voler fare la costumista, poi la styler per i servizi fotografici delle varie versioni belghe dei magazine Elle, Flair o Gaël. Poi piomba nel baratro della trash tv (scusate, obiettività), e conduce programmi dal titolo “Coach Me” su Plug RTL, che è un po’ come dire la risposta belga a MTV Made, in onda su un canale che fa apparire Cielo all’altezza del National Geographic. (sono molto amara ultimamente, mi dispiace che dobbiate farne le spese…)

Oggi, per nostra fortuna, ha deciso di tornare alla sua prima passione, la moda, e viene a noi con il suo primo progetto: il concept store su più piani di moda e musica All I need.

‘É il fine ultimo, il mio bambino; la conclusione logica del mio percorso’ spiega intervistata suLa Une. Inapertura a fine febbraio a Liegi, ed in seguito a Berlino.

Come potete vedere, il Belgio ha molto da offrire

 Articolo scritto e redatto da Giulia Vettore che ad oggi non fa più parte del team autori di theoldnow.it