Il nostro primo giorno di permanenza nella Repubblica Dominicana serve sostanzialmente per le trasferte. Ci fermiamo in un centro commerciale di La Romana per il cambio del denaro in Pesos e per qualche acquisto di prima necessità.  Vi consiglio di convertire il denaro in una delle tante banche perché vi applicherà il cambio corretto e vi farà evitare il rischio, fisiologicamente presente, di prendere una fregatura. Basta un documento e qualche euro di commissione. Il prelievo del denaro non è sempre semplicissimo, portate sempre un paio di carte di credito e bancomat perchè abbiamo tutti avuto problemi.

Se volete rimanere connessi a tutti i costi allora vi consiglio di andare in uno dei tanti negozi di telefonia mobile ed acquistare una SIM locale. Io ho preso una scheda dell’operatore Claro con un taglio da 4 GB di traffico e ho pagato un importo vicino ai 30 euro. L’offerta è sicuramente interessante specie se, come il sottoscritto, avete la necessità di restare sempre in contatto e sempre connessi. Vi anticipo che le telecomunicazioni sono spesso difficili e si passa dalla copertura 4G delle grandi città ad una totale assenza di segnale per vaste zone del territorio. Fateci l’abitudine e per un attimo godetevi il panorama, piuttosto che stare sempre appresso allo schermo del tablet o del telefonino.

Addentrato nella città mi colpiscono subito i murales con le pubblicità dei negozi e delle attività lavorative. Mi sembra un ottimo modo per rendere la città allegra e colorata e nel contempo per evitare che i vandali prendano possesso degli spazi bianchi con scritte incomprensibili. Rende tutto allegro e solare.

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Il traffico è “interessante”. Non saprei dare una definizione ma credo che guidare qui richieda un minimo di predisposizione alla possibilità di avere a che fare con un codice della strada che spesso viene interpretato dai locali che guidano in modo abbastanza fantasioso. Ci sono molti dossi spesso fastidiosi e numerosi posti di blocco dei militari. Tutto regolare, serve per tenere sotto controllo il territorio. I militari armati di mitragliatore sorridono, ma del resto abbiamo mitra che girano anche nelle nostre città e forse per problemi ben peggiori. Altra cosa che mi colpisce: le auto nuove non hanno la targa, perché lo Stato concede alcuni mesi di permesso così come accade negli Stati Uniti.

Abituatevi alle moto ed agli scooter. Onnipresenti mezzi di trasporto economici e sempre carichi. Non è raro trovare tre persone a bordo, in alcuni casi anche quattro, così come non è raro trovare carichi ingenti ammassati su due ruote. Una volta ci ho persino visto la polizia trasportare una persona ammanettata fissata alla sella con una tecnica di immobilizzazione degna delle tecniche di Kodokan (judo). Fa parte del costume locale. Ad un primo contatto lascia tutti un po’ basiti ma poi ci si fa l’abitudine.

Ci sono moto di ogni tipo e colore e sembrano essere uno status symbol, come da noi lo è l’automobile. Scooter lucidi, cromati e sempre tirati a specchio vengono usati anche come mezzi per il trasporto pubblico, in cambio di qualche moneta locale.

Las Dunas de Bani

Il primo giorno si macinano tanti kilometri fino ad una prima destinazione: le dune di Bani (Las Dunas de Bani). Il traffico affrontato fino ad ora e il caos delle moto che sfrecciano da ogni lato si dimentica in fretta quando si entra in questa oasi naturale. La vegetazione, da rigogliosa e verde, passa in un attimo a desertica e dopo aver dato qualche peso di ingresso ci si para innanzi un deserto di sabbia circondato dal mare e con dune che possono tranquillamente superare i 10 metri di altezza. Uccelli ed iguane si muovono liberamente all’interno di quest’area protetta e noi non possiamo che ammirare lo spettacolo. Se volete andarci vi consiglio di portarvi un cappello, delle ciabatte, della crema solare e dell’acqua perché per attraversare le dune ci vogliono almeno 40 minuti di camminata ed una volta arrivati al mare non troverete nulla se non un oceano cristallino ed una spiaggia fantastica che si presta ad un bagno e tante ore di relax.  

I più di voi potranno passarci qualche ora, ma se proprio volete trascorrere l’intera giornata portatevi un bel frigorifero portatile, tanto ghiaccio e dei sacchetti per raccogliere la spazzatura.

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Las Salinas

Da Bani vi potete spostare verso Las Salinas, una piccola cittadina adiacente le dune dove i pescatori si dedicano all’estrazione del sale. Troverete delle terrazze dove l’acqua di mare, evaporando, farà emergere il sale che viene poi accatastato e venduto a peso nell’adiacente deposito. Qui incontriamo per la prima volta con la realtà locale e realizziamo che nonostante l’isola sia evoluta e civile vi sono ancora sacche di povertà che costringono la gente a lavori faticosi che solitamente vengono meccanizzati.

Il nostro passo successivo è Santa Cruz de Barahona, piccolo paese esattamente a metà strada tra Santo Domingo e la vicina Haiti. Arriviamo la sera tardi e immediatamente veniamo immersi nella vera movida caraibica: incessante, intensa, incontenibile e tremendamente colorita. Dalla piacevole calma rilassata dell’hotel “Vecchia Caserma” ci troviamo nel cuore del paese dove il turista è quasi una novità e dove la vita scorre con i tipici ritmi caraibici: tra un’auto piena zeppa di altoparlanti con la musica al massimo e qualche furgone di operai che si sposta per la città.

Consiglio: se desiderate dormire in giro per il paese dotatevi di tappi di cera o comunque di tappi per le orecchie con buone prestazioni isolanti (i tappi non sono tutti uguali!) perché i ritmi della bachata e del merengue sono onnipresenti e non hanno orari. Potrete trovare persone che ballano alle 8 del mattino, così come alle 2 del pomeriggio così come alle 4 di notte. La musica ed il ritmo del merengue sono ciò che fu il Walzer per i viennesi. Fa parte della cultura locale e non potete farci assolutamente niente, quindi meglio attrezzarsi come si deve.

La città è per noi solo una sosta tecnica. Cena, nanna e via: il sole sorge nuovamente, è ora di partire.

 

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